19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Ora anche gli avversari dovranno correre ai ripari

Arriva l'ok della MotoGP: «Il trucchetto tecnico della Yamaha è legale»

Il dt del campionato Danny Aldridge dà il nulla osta alle alette nascoste nella doppia carena della M1 che Valentino Rossi e Maverick Vinales hanno portato al debutto nei test di Sepang, tra le polemiche: «Per me rispettano le regole»

Le alette nascoste sulla Yamaha M1 di Valentino Rossi a Sepang
Le alette nascoste sulla Yamaha M1 di Valentino Rossi a Sepang Foto: Michelin

ROMA – È stato il principale argomento di discussione (e di polemica) dei primi test pre-campionato della MotoGP a Sepang: il trucchetto aerodinamico ideato dalla Yamaha per aggirare il divieto delle alette introdotto dal regolamento tecnico di quest'anno. Sulla versione della M1 portata al debutto da Valentino Rossi e Maverick Vinales in Malesia, infatti, le ali ci sono, ma ben nascoste all'interno di una doppia carena: una soluzione ingegnosa che gli ingegneri giapponesi hanno studiato per aggirare le regole pur rispettandole alla lettera. Lo stesso direttore tecnico del campionato, Danny Aldridge, ha infatti già dato il suo semaforo verde all'idea della casa dei Diapason. «Quando abbiamo discusso le nuove regole per quest'anno, avevamo due opzioni principali – ha spiegato al sito specializzato inglese Crash – La prima era quella di essere molto severi nel rispetto delle dimensioni fissate della carena: questo probabilmente avrebbe portato a moto tutte uguali, e non lo volevamo né noi né i costruttori. La seconda, che abbiamo scelto, è quella di prendere il regolamento meno alla lettera, dandomi l'opportunità di decidere cosa sia concesso e cosa no. La soluzione della Yamaha, ad esempio, per me è legale perché il disegno della sua carena è una curva continua, senza spigoli che possano creare problemi di sicurezza. All'interno della carena, invece, dal punto di vista aerodinamico si può fare come si vuole, per come sono scritte le regole. E quello che si è inventata la Yamaha è esattamente ciò che ci aspettavamo accadesse. La MotoGP rappresenta il massimo dello sviluppo tecnologico nelle moto, quindi non possiamo diventare troppo restrittivi. Per un mezzo che si muove a 350 km/h, l'aerodinamica è ovviamente un fattore significativo e non vogliamo cercare di proibire tutto».

Gli avversari rispondono
La Yamaha è stata la prima a portare in pista la sua nuova aerodinamica per la stagione che si appresta a cominciare, ma non è di certo l'unica a studiare una soluzione di questo genere: «Sono sorpreso che la Yamaha abbia messo le carte in tavola così presto – ha ammesso Aldridge – Ovviamente ho parlato con tutti i costruttori, ancora prima della fine della scorsa stagione, perciò so cosa stanno preparando. Sapevo da un po' di questa doppia carena della Yamaha, ne abbiamo discusso e io ho accettato il progetto perché rispetta il dettato delle regole. Personalmente sono solo sorpreso che l'abbiano svelato già ora, ma ovviamente dovevano provarlo ed essendo stati i primi riusciranno a raccogliere più dati degli altri». Nelle prossime settimane, dunque, scopriremo le contromisure che Honda, Ducati, Suzuki, ma anche Aprilia e Ktm hanno ideato per rispondere all'attacco del marchio di Iwata: «Alcuni costruttori mi hanno già presentato i loro progetti, altri no: il momento in cui farlo è una loro scelta – conclude il giudice tecnico della Federazione motociclistica internazionale – Tecnicamente non sono obbligati fino al primo Gran Premio in Qatar. Ma il mio forte consiglio è che lo facciano tutti prima perché, se si presenteranno in Qatar con una situazione che ai miei occhi è illegale, avranno problemi».