26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Domani il piano industriale

Il futuro della FIAT: scorporo Alfa Romeo, investimenti e 6 nuovi modelli

Secondo il Financial Times, saranno questi i punti cruciali del piano industriale quinquennale che domani verrà descritto dal numero uno di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne.

DETROIT - Lo scorporo dell'Alfa Romeo in una società separata, investimenti tra i 4 e i 5 miliardi di euro in sei nuovi modelli, l'ammodernamento degli impianti produttivi e un piano globale per il marchio Jeep. Secondo il Financial Times, saranno questi i punti cruciali del piano industriale quinquennale che domani verrà descritto dal numero uno di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne.

ESCLUSO AUMENTO DI CAPITALE - In occasione dell'investor day, Fiat Chrysler Automobiles - il settimo produttore al mondo di auto per fatturato - potrebbe annunciare anche il raddoppio dei target sui margini per il Nord America all'8% (in linea con i rivali General Motors e Ford), un aumento della produzione dei modelli Jeep in Sud America e Cina e lo sviluppo di piccole vetture e van in Europa.
Alla vigilia dell'evento organizzato nella sede di Chrysler a Auburn Hills, vicino a Detroit, il Financial Times ricorda che Marchionne ha escluso in più occasioni un aumento di capitale.
Resta dunque da capire come il manager italo-canadese - che per l'FT ha provato la sua reputazione di «dealmaker» di maggiore successo nel comparto auto con la mossa con cui Fiat è riuscita a salire al 100% di Chrysler a inizio anno - finanzierà gli investimenti che si prepara a presentare.

AMBASCIATORE USA: FIAT NON LASCERÀ L'ITALIA - Non c'è un piano perchè la Fiat lasci l'Italia. E' la convinzione espressa dall'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips, nel corso della registrazione della trasmissione '2Next', condotta da Annalisa Bruchi e in onda martedì in seconda serata su Rai2.
«Non credo ci sia un piano per far abbandonare l'Italia alla Fiat, da secoli è qui e non credo ci sia questa opportunità», ha spiegato Phillips, che ha parlato della fusione tra il Lingotto e la Chrysler, da cui nascerà Fiat Chrysler Automobiles (FCA).
«Penso che sia positivo per entrambi i Paesi, per la Chrysler e per la Fiat», ha detto l'ambasciatore. «Entrambi hanno una sinergia, le aziende si sono aiutate reciprocamente - l'Italia ha sempre realizzato prodotti di alta qualità, Detroit ha avuto dei problemi nel corso degli anni. Adesso la Chrysler sta andando benissimo e lo fa da quando Sergio Marchionne è subentrato a gestirla, negoziando direttamente con il presidente Obama. La Fiat - ha concluso l'ambasciatore - so che adesso ha qualche difficoltà nelle vendite nazionali, ma le due aziende faranno benissimo e saranno positive per entrambi i Paesi».