25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Lega Nord

Salvini: «Resto segretario fino alle elezioni»

L'eurodeputato ha tenuto una conferenza stampa lampo a termine del consiglio federale del Carroccio in cui ha illustrato la linea del «al voto subito» approvata dal suo partito e ha motivato le ragioni per cui i leghisti non hanno partecipato nè parteciperanno alle consultazioni avviate dal presidente della Repubblica

MILANO - Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha tenuto una conferenza stampa lampo a termine del consiglio federale del Carroccio in cui ha illustrato la linea del «al voto subito» approvata dal suo partito, ha motivato le ragioni per cui i leghisti non hanno partecipato nè parteciperanno alle consultazioni avviate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e ha annunciato che rimarrà in carica come segretario fino alle elezioni.

Al voto con il Mattarellum
«Se io potessi scegliere sceglierei qualcosa che è già stato approvato cioè il Mattarellum, che garantisce rappresentatività, dà un premio che garantisce la governabilità e mette in contatto l'eletto con l'elettore, mentre il proporzionale sarebbe l'anticamera dell'inciucio, però pur di andare a votare e dare la parola agli italiani prima possibile sono disponibile a che scelgano la legge elettorale che preferiscono loro», ha detto Salvini. La priorità della Lega, ha ribadito il segretario, è quella di andare a votare più in fretta possibile e di «intervenire sul lavoro, l'occupazione. L'emergenza è quella, gli stipendi, i negozi, l'età pensionabile quindi ci occuperemo solo e soltanto di lavoro nelle prossime settimane».

Consultazioni perdita di tempo
L'europarlamentare ha poi spiegato perché ha disertato l'incontro odierno con il presidente della Repubblica: «Abbiamo preferito non perdere e non far perdere tempo agli italiani con il fantasma scelto per fare il presidente del Consiglio», aggiungendo che la Lega non parteciperà a «consultazioni, votazioni, fiducie e non fiducie». Secondo Salvini il nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni è «imbarazzante» ed è una «presa in giro per i 32 milioni di italiani» che hanno votato No al referendum costituzionale.

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