20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Renzi in campo per il Sì al referendum

Referendum, Renzi da Torino: «L'alternativa è tra sì e mai»

Il premier al Lingotto di Torino per la sua ultima settimana di campagna referendaria in vista del voto del 4 dicembre: «Da un punto di vista costituzionale non è un voto tra Sì e ben altro, Sì e riprova sarai più fortunato»

TORINO – «Da un punto di vista costituzionale non è un voto tra Sì e ben altro, Sì e riprova sarai più fortunato: l'alternativa è tra sì e mai»: ha detto Matteo Renzi al Lingotto di Torino per la sua ultima settimana di campagna referendaria in vista del voto del 4 dicembre. Per il premier «non ci sono complotti c'è solo questa scheda elettorale: chi vota Sì prende questi obiettivi e li raggiunge, chi vota No tiene il sistema come oggi».

«La gente vuole un Paese sereno»
L'intervento del segretario del Partito democratico invece è iniziato con una ammissione di colpa: «Questo non è congresso del Pd. Molti lo intendono così, in parte per colpa mia. Ma c'è un sacco di gente, anche non del Pd che vuole un Paese sereno». Al fianco del presidente del Consiglio il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino che da tempo non si faceva vedere in pubblico assieme a Renzi; Chiamparino ha incitato i Dem ai quali ha inviato anche un avvertimento: «Con la vittoria del sì teniamo aperta una speranza di cambiamento. Se vince il no, il segno politico non sarà quello di Zagrebelsky (ammesso che sia positivo) ma di Salvini, Grillo e Berlusconi». Poi i due leader si sono messi a scherzare: il presidente del Piemonte ha ironizzato: «prima o poi esco» dalla politica ma l'ex sindaco di Firenze lo ha interrotto: «Anche io prima o poi esco» e Chiamparino di nuovo: «Ma io prima».

Movimento 5 stelle sotto attacco
Renzi ha tenuto un discorso tutto all'attacco, contro l'Europa che ha tagliato gli investimenti per l'Italia da 40 a 20 miliardi, mentre ha alzato muri e ha promosso l'austerity. Ma sopratutto contro chi si oppone alla riforma della Costituzione come gli elettori del Movimento 5 stelle, che preferiscono «senatori scelti sul blog con 50 clic e che credono alle scie chimiche» ad un Senato composto da sindaci e consiglieri regionali. Per Renzi infatti i senatori «saranno eletti, ma conteranno meno, non è vero che stiamo togliendo il diritto di scegliere i sentori». Ai pentastellati, il premier ha detto ancora: «Siete nati contro la casta, avete un referendum con cui potete ridurre il numero di parlamentari e i costi di funzionamento del Parlamento e votate no?»

«Credo in questo Paese»
Il presidente del Consiglio ha riconosciuto che non si tratta di una «riforma che non è perfetta ma è un compromesso virtuoso» perché l’Italia è «l’unico Paese europeo in cui due camere votano la fiducia al governo». Secondo Renzi quindi chi vuole ridurre i costi della politica e l’immunità ai parlamentari «dovrebbe dire sì perché i parlamentari passeranno da 900 a 700». Il premier ha poi concluso il suo intervento dicendo di «voler cambiare l'Italia» perché «credo in questo Paese: quando vedo la bandiera mi emoziono. Da qui a domenica dobbiamo concentrarci sul referendum».