29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Governo Renzi

Renzi a Berlusconi: «Una volta mi definisce dittatore, un'altra leader»

Intervista a Rtl102.5 per il premier, che ha attaccato l'ex inquilino di palazzo Chigi e ha chiarito, «Io non posso esser quello che si mette d’accordo con gli atri partiti per fare il governo di scopo o un governicchio»

ROMA – Intervista a Rtl102.5 per il premier Matteo Renzi, che a proposito di referendum costituzionale del 4 dicembre ha attaccato Silvio Berlusconi: «Con il rispetto che si deve a Berlusconi, una volta mi definisce un pericoloso dittatore o quasi, una volta un leader. L’importante è che c’è una riforma della Costituzione che chi in passato ha votato per Berlusconi non può non votare». Anche perché, ha aggiunto il presidente del Consiglio, su molti punti «anche Berlusconi è d’accordo». Le parole di Renzi sono seguite a quelle dell'ex inquilino di Palazzo Chigi, che in un'intervista parlando di possibili suoi eredi ha detto, fra l'altro: «Di leader veri nella politica ora ce ne è uno solo e si chiama Matteo Renzi. Fuori dalla politica forse ce ne è qualcuno, ma dalla politica è stato buttato fuori...».

Nessun governicchio di scopo
Tornando alle dichiarazioni di Renzi, lui ha rassicurato che in caso di vittoria del No «non ci sarà l’invasione delle cavallette ma rimarrà tutto come adesso», invitando gli italiani a non farsi «fregare dai partiti». Quanto al suo futuro, il segretario del Partito democratico ha ribadito di non essere «abbarbicato a una poltrona per il gusto di mantenere la poltrona», aggiungendo di non essere «disponibile a rimanere per i giochini della vecchia politica, o si cambia o vado via». Inoltre, ha aggiunto il premier, «Io non posso esser quello che si mette d’accordo con gli atri partiti per fare il governo di scopo o un governicchio» anche perché un governo tecnico lo «abbiamo già avuto più volte, era quello che tirava su le tasse, noi le abbiamo tirate giù». Poi l'attacco alla casta politica: «Stanno cercando di utilizzare degli argomenti e dei pretesti solo per poter difendere i loro privilegi», ha continuato il presidente del Consiglio.

Premier al massimo per due giri
Quanto al suo futuro, Renzi ha ammesso che potrebbe non sedere sulla sua poltrona già molto presto: «Ho 41 anni, quando smetterò di fare il premier, che sia domani o tra 5 anni - non di più perché al massimo si fan due giri - mi metterò di fronte alla bandiera italiana e dirò grazie. Mi auguro solo di non avere la tentazione di metterci sempre il tocco dell’ex, non voglio diventare come loro, come chi vota No perché non ha avuto una poltrona in Europa».

Italicum da modificare
Comunque vada però, per il presidente del Consiglio una cosa è certa, la legge elettorale è da cambiare: «Ormai mi sembra evidente che si fa comunque la legge elettorale nuova, in ogni caso - ha detto - Non ci vedo niente di male nell’Italicum perché il ballottaggio mi sembra la cosa più giusta. In Parlamento uno vuole una cosa, uno l’altra, uno le preferenze, uno i collegi che sono una cosa meravigliosa. Ma sia che vinca il Sì, sia che vinca il No la legge va cambiata. Ormai è chiaro. E questo elimina anche il problema del combinato disposto con il referendum».

Renzi invita Grillo e Berlusconi a un confronto a tre
Infine il premier è tornato a parlare di Berlusconi, dicendo che gli «piacerebbe moltissimo fare un confronto, civile, con Beppe Grillo e Silvio Berlusconi» dove «vogliono loro, in tv, in radio. Se Grillo non può io sono disponibile a farlo con il figlio di Casaleggio, che è il vero proprietario del M5S».