29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Politiche europee

Salvini e gli altri: Moscovici fa la lista degli «anti-europei da combattere»

Il commissario europeo agli Affari economici, durante una intervista sull’emittente del Senato francese, torna a suonare la carica contro il Governo

Il commissario Ue per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici
Il commissario Ue per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici Foto: Angelo Carconi ANSA

BRUXELLES - Matteo Salvini è uno dei leader «anti europei» che si oppongono alla democrazia liberale e contro cui «i democratici» in Europa devono «rimboccarsi le maniche e combattere». Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, durante una intervista sull’emittente del Senato francese, torna a suonare la carica contro l'esecutivo giallo-verde, e soprattutto contro il ministro dell'Interno. In vista delle future elezioni europee, secondo Moscovici ci saranno due «fratture» (ha usato il termine clivages) su cui la politica si dovrà confrontare. «La prima frattura è quella tra i pro europei e gli anti europei, quelli che sono a favore della democrazia liberale e quelli che sono contro: da questo punto di vista il signor Orban - ha detto Moscovici - il signor Kaczynski, la signora Le Pen e il signor Salvini sono quelli da combattere». Una seconda «frattura», secondo l’esponente della Commissione, è rappresentata dall’essere «progressisti, e proporre politiche di progresso, e invece essere conservatori».

«Bolsonaro? Un populista di estrema destra con dietro l’ombra dei militari»
Moscovici ha anche commentato i risultati delle presidenziali in Brasile, con la vittoria di Jair Bolsonaro, che bolla come «un populista di estrema destra con dietro l’ombra dei militari». E aggiunge: «Purtroppo è una tendenza mondiale che vede le democrazie dette liberali arretrare ovunque nel mondo, in Europa ma non solo, guardate Cina, Usa, Brasile e in Europa Polonia, Ungheria e l’Italia».

Passare al contrattacco
E’ un fenomeno «legato forse a una fatica della democrazia» su cui forse i democratici «dovrebbero riflettere e passare al contrattacco. Bisognerebbe davvero rimboccarsi le maniche e mettere mano alle disuguaglianze», che secondo l’eurocommissario sono la leva sfruttata dai populisti. Le disuguaglianze «fanno male perché spingono il popolo a scelte pericolose, perché una volta che prendono il potere i populisti hanno molta difficoltà a restituirlo», ha concluso.