11 dicembre 2024
Aggiornato 07:00
Immigrazione

Conte: "Non cacciamo tutti e non riduciamo le garanzie, ma diciamo basta all'accoglienza indiscriminata"

“Non arretriamo sul piano delle garanzie ma mettiamo ordine in un sistema che ha prodotto accoglienza indiscriminata e ha assecondato questa accoglienza indiscriminata"

Il premier Giuseppe Conte con il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini
Il premier Giuseppe Conte con il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini Foto: ANSA/ETTORE FERRARI ANSA

ROMA - Non cacciamo tutti e non riduciamo le garanzie, ma diciamo basta all'accoglienza indiscriminata. In conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte non nasconde l'entusiasmo per l'approvazione, all'unanimità, del "decreto Salvini». «Non arretriamo sul piano delle garanzie e dei diritti fondamentali ma mettiamo ordine in un sistema che in Italia ha prodotto accoglienza indiscriminata e ha assecondato questa accoglienza indiscriminata». Se uno esercita le sue prerogative politiche su immigrazione e sicurezza deve conformare il quadro normativo a quelle prerogative".

Più efficace il sistema dei rimpatri
Nessuna caccia allo straniero, dunque, solo certezza e regole. "Noi non cacciamo nessuno dall’oggi al domani, ovviamente però rendiamo più efficace il sistema dei rimpatri perché se poi tutto rimane sulla carta delle norme e non riusciamo ad essere conseguenti in termini di rimpatri, avremo ancora una volta un sistema che crea discrasia tra quello tra i principi e la realtà, e l’esperienza insegna che se non governiamo la realtà finiamo per esserne sopraffatti». Questo principio - assicura il presidente del Consiglio - vale per tutta la politica sull’immigrazione, anche nel quadro normativo che adesso sottoponiamo al Parlamento: "E' un sistema che non scardina affatto il quadro degli impegni internazionali e delle tutele dei diritti fondamentali». 

Protezione marginale e eccezionale
Il tutto nasce da uno studio sul piano applicativo del sistema delle garanzie attuate da noi e altrove. Per esempio, spiega, "abbiamo scoperto che solo Slovacchia e Italia riconoscono la protezione umanitaria, cosa che non smantelliamo ma andiamo sui casi specifici, rileviamo che la protezione umanitaria è arrivata al 25-26% avendo studiato quei casi». Dunque, "piuttosto che dire continuiamo come abbiamo fatto fino a ieri, diciamo che vogliamo verificare le formule di protezione che devono essere marginali e eccezionali. Questo sistema va regolamentato meglio perché si è prestato ad abusi e usi strumentali».