29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Immigrazione

Nuovo caso Aquarius. Salvini e Toninelli: «Vada dove vuole ma non in Italia»

I due ministri contro la nave «di proprietà tedesca, noleggiata da Ong francese, battente bandiera di Gibilterra» che si trova ora in acque maltesi

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini Foto: ANSA/PASQUALE BOVE ANSA

ROMA - Come previsto, è scoppiato un nuovo caso Aquarius. L'imbarcazione battente bandiera di Gibilterra e noleggiata da SOS Mediterranee e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere, che venerdì 10 agosto ha tratto in salvo 141 migranti, si trova in mare in attesa di un porto sicuro. Entrambe le organizzazioni stanno chiedendo ai governi europei di assegnare un luogo di sbarco sicuro più vicino possibile, «in conformità con il Diritto Internazionale Marittimo», in modo che le persone salvate in mare possano scendere a terra, «e l'Aquarius possa continuare a fornire assistenza umanitaria in mare». La nave si trova ora in acque maltesi. «A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi» ha scritto su Twitter il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Pochi minuti dopo, lo stesso messaggio è arrivato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Nave Aquarius. Proprietà tedesca, noleggiata da Ong francese, equipaggio straniero, in acque maltesi, battente bandiera di Gibilterra. Può andare dove vuole, non in Italia! Stop ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici». 

La situazione a bordo di Aquarius
L'Aquarius ha prima salvato 25 persone trovate alla deriva su una barchetta di legno senza motore a bordo che si ritiene siano rimaste in mare per quasi 35 ore. Poi ha avvistato una seconda barca con 116 persone a bordo, compresi 67 minori non accompagnati. «Molti riferiscono di essere stati detenuti in condizioni disumane in Libia. Più del 70% delle persone salvate proviene dalla Somalia e dall'Eritrea e sarebbero quindi candidati naturali all'asilo» hanno spiegato da Sos Mediterranee.

L'appello all'Europa
La presidente dell'organizzazione non governativa SOS Méditerranée, Sophie Beau, ha lanciato un appello «all'insieme dei paesi europei» perché «si assumano la loro responsabilità» per trovare un porto sicuro. Attualmente l'Aquarius è «in una posizione tra Malta e l'isola italiana di Lampedusa», ha indicato Beau, la cui ong ha già avuto due «risposte ufficiali negative» da parte di Malta e dell'Italia. «Chiediamo all'insieme dei paesi europei di trovare una soluzione. Chiediamo che si assumano le loro responsabilità per trovare un porto sicuro nel Mediterraneo», ha aggiunto Beau, denunciando come la situazione attuale sia «in contraddizione più totale con il diritto marittimo internaizonale e tutto questo accade sulle spalle di persone in pericolo».

La sinistra protesta
Immediata la reazione delle forze di opposizione di sinistra alla decisione dei due ministri di vietare, nuovamente, l'approdo in un porto italiano alla nave Aquarius. «La propaganda del governo non va in ferie nemmeno a ridosso del Ferragosto. Nelle ultime ore si sta attuando l'ennesima prova di forza sulla pelle di 141 persone a bordo dell'Aquarius» ha denunciato Giuseppe Civati, fondatore di Possibile: «Ma il ministro Toninelli non può negare l'approdo nei porti italiani, perché - come è stata svelato - non è stata mai disposta alcuna chiusura, se non attraverso la diffusione di un hashtag fake». Quindi «il tentativo di scaricare le responsabilità sul Regno Unito va oltre il senso del ridicolo. Toninelli vuole far navigare l'Aquarius fino alle coste britanniche? Si rende conto di cosa scrive? Nell'inseguimento al salvinismo la situazione è sfuggita a qualsiasi principio di ragionevolezza, al di là di tutti i diritti umanitari calpestati».