19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Governo Lega-M5s

Salvini impone la sua rivoluzione a colpi di fatti: Di Maio all'angolo, Tria fa il moderato per placare i mercati

Il ministro dell'economia disconferma la linea economica del governo. Ma Salvini fa capire che spazio per la cosiddetta moderazione non ci sarà

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini Foto: Riccardo Antimiani ANSA

ROMA - Sarà bene che il nuovo ministro dell'economia del governo Conte, Giovanni Tria, abbia un sereno e rapido incontro con il binomio di maggioranza Salvini-Di Maio. Soprattutto con il primo. Dopo aver temuto per una crisi istituzionale senza precedenti in virtù della totemica figura del ministro Savona, dopo aver invocato la piazza e perfino l'inesistente impeachment, oggi sulla seconda poltrona più importante del governo - quella dell'economia - siede un uomo che forse non ha letto il contratto di governo. Come fatto notare da più parti, il ministro Tria, di estrazione berlusconiana, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui sostiene posizioni opposte non solo a quanto diceva il vecchio Savona, ma persino contrarie allo spirito di rottura della maggioranza Lega-Cinquestelle.

Moderazione prima di tutto

Tria non lascia spazio a rotture dei patti sovranazionali, il famoso rapporto deficit-Pil, ma assicura che il debito pubblico calerà: ora, fino a prova contraria, se non si aumenta il deficit la misura alternativa è il taglio della spesa. Addio quindi a tutte le misure espansive, sia sul piano assistenziale che su quello fiscale. Alcuni dati per chiarire il contesto economico europeo:

Debito pubblico della Spagna, variazione 2007-2028 pari a + 800 miliardi di euro
Debito pubblico della Gran Bretagna, variazione 2007-2028 pari a + 900 miliardi di euro
Debito pubblico della Francia, variazione 2007-2028 pari a + 1050 miliardi di euro
Debito pubblico dell'Italia, variazione 2007-2028 pari a + 700 miliardi di euro

L'Italia è il Paese che ha fatto più sacrifici: per questa ragione il contratto di governo prevede una flessibilità nei conti, da ottenere non forzando la mano, ma in sede europea attraverso trattative. Idem per quanto riguarda la riforma Fornero, la pace fiscale, nonché la grandi opere. Da sempre il ministro dell'economia rappresenta un contrappeso rispetto la visione politica del capo del governo. Ora, escluso che tale figura sia rappresentata dal professor Conte, capitato sull'ottovolante per caso, rimangono le due figure legittimate dal voto di marzo: Matteo Salvini e Luigi Di Maio.

Economia come migrazioni, comanda Salvini

La prova di forza fatta dal ministro degli interni con la nave Aquarius, e quindi con l'intera comunità internazionale, ha messo in evidenza come il governo giallo-verde sia egemonizzato dalla Lega, che risulta decisamente più strutturata del caotico M5s, soggetto ibrido che deve tenere insieme appartenenze opposte. Il ministro Tria quindi dovrà confrontarsi direttamente con la Lega di Salvini, che in questo inizio di legislatura si sta mostrando come un vero partito d'acciaio. E pare, almeno da questi primi giorni, che l'organizzazione che fu di Bossi non abbia alcuna intenzione di politiche cosiddette moderate. Salvini si nutre dell'isolamento, dello scontro completo con l'Europa e i poteri sovranazionali: dalla sua parte sa di avere il vento dell'est, che arriva dalla Russia e passa attraverso i Paesi del Gruppo Visegrad per arrivare carico di energia in Italia. Ma soprattutto sa di avere dalla sua parte l'opinione pubblica popolare: il famoso «populismo» rivendicato da Conte.

Mercati disinteressati ai migranti

I mercati internazionali sono totalmente disinteressati alle dinamiche migratorie: durante lo scontro furibondo sulle sorti della nave Aquarius, lo spread scendeva a quota 240. Ovviamente in virtù delle parole rassicuranti del ministro Tria, ovvero l'opposto della politica fattuale del governo leghista. Ma cosa accadrà se Salvini, cosa di cui non si può dubitare dopo quanto avvenuto, ridurrà Tria ad essere il Toninelli di turno, e andrà allo scontro totale? E' bene non dimenticare che dopo la caduta di Conte, Salvini era decisissimo ad avere elezioni anticipare: ed è stato solamente l'intervento in extremis di Luigi Di Maio che, dopo aver ceduto la guida del governo, ha ricomposto la frattura con il Colle.

Salvini non ha paura del voto grazie al vento dell'est

Salvini, in definitva, si trova agli antipodi di Tria: perché il leader del Carroccio, oggi ministro dell'Interno, ha iniziato un processo rivoluzionario, di destra, ed è consapevole che quando si fa un passo simile si va fino in fondo. Senza aver paura dei mercati: anche perché sa che, in caso di colpi pesanti, sul mercato finanziario da oltreoceano potrebbero giungere sostegni insperati. Trump, che ha riservato un trattamento dignitoso solo al premier Conte, sa perfettamente che l'Italia rappresenta un cuneo pronto per essere piantato dentro il cuore dell'Unione Europea.

Il governo della Lega - il M5s è accessorio e si adeguerà a tutto pur di non andare a nuove elezioni, vista la prospettiva politica di essere cannibalizzato - è molto più forte di quanto si possa credere. Non teme lo scontro, anzi lo cerca. Non teme i mercati finanziari. Vuole tracciare un solco culturale profondo, trascinando con sé tutto, perfino l'estrema sinistra.