19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Governo

«Lunedì porteremo a Mattarella il nome del premier»: Lega e M5s verso l'accordo finale

Bagno di folla per Salvini a un gazebo di Milano. Intanto Di Maio tiene aperta la porta verso Palazzo Chigi: «Non so se andrò a fare il presidente del Consiglio»

Matteo Salvini a un gazebo di Milano per votare il contratto di governo con il M5s
Matteo Salvini a un gazebo di Milano per votare il contratto di governo con il M5s Foto: Flavio Lo Scalzo ANSA

IVREA (TORINO) - Mentre Matteo Salvini è concentrato sulla partecipazione del popolo leghista - «Amici, il 90% delle idee della Lega trova spazio nel programma comune di governo scritto coi 5 Stelle. Vi aspetto ai gazebo in mille piazze italiane, potrete dire la vostra! E con il sí, #andiamoagovernare» - Luigi Di Maio da Ivrea, dove è intervenuto per presentare il contratto di governo messo a punto insieme alla Lega, conferma le indiscrezioni: «In questo fine settimana scioglieremo il nodo del premier e poi ci dedicheremo alla squadra di governo. Si va verso una persona amica del popolo ma nomi non ne faccio». L'unico dato certo è che «si va verso una persona che deve essere amica del popolo». In una lunga diretta Facebook il capo politoco del Movimento 5 stelle si è detto «molto soddisfatto» dell'accordo raggiunto. Poi un passaggio in risposta a chi continua a fargli un'unica domanda: «Sarà premier?». «Non so se andrò a fare il presidente del Consiglio, ma abbiamo portato al governo il nostro leader che è il programma».

Silenzio sui nomi. «Era fondamentale il programma»

Quindi, silenzio assoluto sui nomi. Niente conferme su chi sarà il prossimo premier. Al centro c'è ancora il programma di governo: «È un'occasione storica per l'Italia, e anche quelli che oggi sono perplessi si ricrederanno» continua a ripetere Di Maio. «D'ora in poi vengono prima gli italiani, e poi i deficit e i parametri». E a chi gli ha chiesto se il possile futuro governo chiederà di sforare i parametri europei, risponde prendendo tempo: «Vediamo. Noi dobbiamo ottenere nella programmazione europea dei prossimi anni, i margini per poter fare una seria riforma fiscale, superare la legge Fornero, e il reddito di cittadinanza. Sono nel contratto, dobbiamo portarle a casa il prima possibile. E' un'occasione storica per il nostro Paese e poi secondo me tutti quelli che sono un po' perplessi si ricrederanno».

«Lega Nord e M5s non sono alleati»

Per provare a chiudere le polemiche sull'alleanza tra Lega Nord e Movimento 5 stelle, Di Maio prova a tracciare una linea di confine: «Noi siamo forze politiche alternative che si stanno conoscendo in questo momento, ma nel contratto è ben spiegato anche che continueremo ad essere forze alternative sui territori, continueremo a correre gli uni contro gli altri alle elezioni amministrative e politiche. Non è un'alleanza, è un contratto di governo su punti specifici. C'è da lavorare per almeno cinque anni con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini».

Le coperture economiche e lo spread

Riguardo le coperture per le riforme, «fanno parte delle stesse misure - ha detto Di Maio - Quando tu prendi un miliardo e lo investi in un settore ad alto moltiplicatore, quel settore restituisce allo Stato anche dieci miliardi che spendi in un'altra misura. Se continuiamo a ragionare con i conti della serva, continuiamo a fare quello che hanno fatto i governi fino ad ora». Serve quindi, ha proseguito, «maggiore contrattazione in Europa e sapere che tutto quello che investiremo ci porterà altri soldi. Le coperture sono gli investimenti». Infine una battuta sullo spread, tornato ad aumentare: «Lo spread non è indicativo della felicità degli italiani. Bisogna fare la spending review, quando finisce comincio a fare anche qualche investimento in deficit. Abbiamo individuato la Banca degli investimenti che è uno strumento che ci consente di aumentare il moltiplicatore dei soldi che investiamo».

Matteo Salvini, bagno di folla a Milano

Né Salvini né Di Maio premier? «Questo mi sembra chiaro». Il premier sarà «una figura che vada bene a entrambi, con esperienza professionale incontestabile e che condivida e abbia contribuito alla stesura del programma». Così Matteo Salvini, intervistato dai giornalisti ad un gazebo della Lega a Milano. Il nome «per rispetto lo facciamo prima al presidente della Repubblica». Ma lo avete? «Le idee le abbiamo», ha replicato Salvini. Poi una battuta sull'auto-candidatura di Silvio Berlusconi come premier: «In democrazia decidono gli italiani. Non sono mai stato così tranquillo e così voglioso di fare qualcosa per il Paese», ha spiegato Salvini: «Parlare per se stessi va bene, io parlo a nome di alcuni milioni italiani che vogliono un cambiamento che non hanno avuto negli scorsi altri anni. E conto di dare risposte non solo agli elettori della Lega ma anche di centrodestra».