Cosa hanno detto Martina, Delrio, Marcucci e Orfini a Mattarella
La delegazione del Partito Democratico composta da Maurizio Martina, Matteo Orfini, Graziano Delrio e Andrea Marcucci è stata ricevuta da Mattarella
ROMA - La delegazione del Partito Democratico composta da Maurizio Martina, Matteo Orfini, Graziano Delrio e Amdrea Marcucci è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al termine delle consultazioni, in conferenza stampa il reggente del Partito - ora candidato a segretario - ha spiegato ai giornalisti la posizione ufficiale del Pd: «Il risultato delle elezioni del 4 marzo, per noi come sapete negativo, non ci consente di fare ipotesi di governo che ci riguardino, in coerenza con il programma presentato agli elettori».
Nessun dialogo con M5s
Nessun dialogo con i Cinque Stelle, insomma, come il leader pentastellato Luigi Di Maio aveva richiesto, a condizione di un "post-renzismo" del Pd. «Abbiamo anche segnalato come l'inizio della legislatura abbia fatto emergere una potenziale maggioranza», che ha già compiuto alcune scelte con l'elezione dei presidenti delle Camere: scelte che «non hanno previsto un nostro coinvolgimento, e non sono state fatte casualmente», scelte «a nostro giudizio di natura politica», ha spiegato Martina.
Tocca ad altri
Ora, ha dichiarato, si tratta di capire se queste forze politiche «sono in grado di avanzare l'ipotesi di un governo stabile», e, in questo caso, «lo dicano chiaramente». Poi attacca: «Noi avvertiamo come la maggior parte degli atteggiamenti di queste ore siano più figlie di un secondo tempo della campagna elettorale, più che di una responsabilità nuova». E ha aggiunto: «Il tempo della campagna elettorale è finito».
I temi
Quanto ai temi, Martina ha spiegato di aver enumerato al presidente della Repubblica quelli prioritari dell'azione politica del Pd da minoranza parlamentare: la questione sociale e la lotta alle disuguaglianze - con la proposta del lavoro del reddito di inclusione -, lavoro e nuova occupazione, introduzione per la proposta dell'assegno universale delle famiglie con figli; il controllo della finanza pubblica e il risanamento dei conti; gestione del fenomeno migratorio, per il quale non servono strade propagandistiche; conferma delle alleanze internazionali che storicamente abbiamo interpretato come Paese, rivendicando l'impegno europeista.
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