20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Elezioni politiche 2018

Elezioni, i risultati definitivi: tra new entry, conferme e ripescati

Come ampiamente annunciato, la maggioranza non c'è. Ecco percentuali e numero di seggi conquistati da ciascun partito

Elezioni 2018, i risultati definitivi
Elezioni 2018, i risultati definitivi Foto: ANSA

ROMA - Posto che ci vorrà ancora almeno una settimana per la proclamazione ufficiale degli eletti perché mancano dieci seggi della Camera (il motivo è che alcuni presidenti di sezione al termine dello spoglio hanno inviato i verbali direttamente alla Corte d’Appello di Roma...), e che dunque l'elenco dei nuovi deputati è solo ufficioso, il quadro scaturente da questo voto 2018 è, salvo irregolarità che venissero riscontrate durante le verifiche, ormai piuttosto definito: il centrodestra è la prima coalizione alla Camera con il 37% dei voti. Al suo interno, la Lega stravince con il 17,4%, Forza Italia si ferma al 14%, Fratelli d’Italia fa un incredibile balzo al 4,3% e il quarto partito, Noi con l’Italia, invece non la spunta e si arena all’1,30%. Primo partito è il MoVimento 5 Stelle con il 32,7% dei voti, che asfalta il Pd, che non riesce a portare a casa nemmeno la soglia del 20%, fermandosi a 18,7%. In totale la coalizione di centrosinistra riesce a spuntare un più che scarso 22,8%: +Europa di Emma Bonino non ce la fa e si ferma al 2,5%, Liberi e Uguali raccoglie invece il 3,4%. Non superano la soglia di sbarramento Potere al Popolo all’1,1%, Casapound allo 0,9% e Il Popolo della famiglia allo 0,7%.

I seggi alla Camera
La maggioranza non c'è, come ampiamente annunciato e nonostante manchino ancora alcuni collegi all'appello. Il fatidico 316, numero necessario per governare, è solo una chimera, per tutti. Il centrodestra dovrebbe avere 263 seggi, compresi i tre conquistati con il voto all’estero: di questi 73 spettano alla Lega, 59 a Forza Italia e 19 a Fratelli d’Italia. A questi vanno aggiunti quelli ottenuti nei collegi uninominali, in totale 109. Il primo gruppo a Montecitorio sarà quello del MoVimento 5 Stelle con 222 deputati: 133 conquistati col proporzionale e 88 all’uninominale. Al centrosinistra le briciole: 117 seggi, di cui 91 al Pd, 2 a Svp e altri 24 ottenuti nei collegi uninominali. Ultimo gruppo quello di Liberi e Uguali con 14 deputati eletti tutti col proporzionale.

I seggi al Senato
Non molto differente la nuova conformazione del Senato: il centrodestra guadagna qualcosa rispetto a Montecitorio, arrivando al 37,49%. Nella coalizione il primo partito è sempre la Lega con il 17,63%, seguito da Forza Italia al 14,43%, Fratelli d’Italia al 4,26% e Noi con l’Italia-Udc all’1,19%. Anche al Senato il primo partito è il M5s con il 32,22%. Il centrosinistra si ferma al 22,99%, con il Pd al 19,12%, +Europa al 2,36%, Insieme allo 0,54% e Civica Popolare allo 0,52%. Liberi e Uguali non raggiunge il milione di voti e si ferma al 3,28%, mentre non superano neanche a Palazzo Madama la soglia di sbarramento Potere al Popolo (1,06%), Casapound (o,85%) e Il Popolo della famiglia (0,70%). Anche al Senato la maggioranza dei seggi (161) è irraggiungibile per tutte le forze politiche. Il centrodestra si porta a casa 137 senatori: 58 nei collegi uninominali, 37 della Lega, 33 di Forza Italia e 7 di Noi con’Italia. Come alla Camera anche qui il MoVimento 5 Stelle è il primo gruppo con 112 seggi: 44 derivanti dai collegi uninominali e 68 dal plurinominale. Il centrosinistra si ferma a 59 seggi: 45 del Pd e 13 conquistati nei collegi uninominali. Per Liberi e Uguali, infine, solo 4 senatori.

M5s
Il Parlamento della diciottesima legislatura ha dunque già i volti dei nuovi eletti e una lunga lista di esclusi. Tra new entry, conferme e ripescati, il Movimento di Di Maio conferma deputati e senatori della scorsa legislatura, ad eccezione di Alessandro Di Battista, che come noto non si è volontariamente ricandidato, ma ci sono anche molti nomi nuovi: da Mattia Crucioli che a Genova batte la Pinotti, a Marco Rizzone che ha la meglio su Edoardo Rixi della Lega (poi ripescato con il proporzionale), a Roberto Traversi che sconfigge l'ex segretario dem della Liguria Mauro Tullo che non ce la fa. A casa, invece, nomi famosi in lizza con M5s: la 'iena' Dino Giarrusso e il comandante Gregorio Di Falco. Tra i personaggi noti certa la presenza al Senato del giornalista Gianluigi Paragone, mentre risulta eletto il presidente del Potenza calcio Salvatore Caiata, che però risulta essere nella lista nera dei pentastellati, catalogato tra gli impresentabili.

Lega
La Lega porta in Parlamento, tra gli altri, come dicevamo il ligure Edoardo Rixi, l'avvocato Giulia Bongiorno e un discreto numero di parlamentari anche dal Sud come, ad esempio, dalla Campania Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa alla Camera e Claudio Barbaro al Senato. Dalla Puglia arrivano Anna Rita Tateo, Roberto Marti. Tra i big restano in Parlamento, tra gli altri, Roberto Calderoli, che vanta alle spalle ben sette legislature, e il senatur Umberto Bossi, che dopo 31 anni torna a Palazzo Madama. Nel Carroccio viene eletto anche Tony Iwobi, 62 enne, origini nigeriane e radici ormai bergamache, il primo uomo di colore a entrare in Senato.

Forza Italia
Per Forza Italia confermato tutto lo stato maggiore azzurro (Brunetta, Gelmini, Carfagna, Polverini, Rotondi, Gasparri, Vito) e la stessa Micaela Biancofiore, ripescata a Piacenza, dopo la sconfitta con la Boschi a Bolzano. Ma arrivano anche volti nuovi, come il coordinatore regionale ligure Sandro Biasotti. Dal listino di Forza Italia in Campania e nonostante il secondo posto resta fuori il presidente della Lazio Claudio Lotito a cui, in queste ore, Clemente Mastella ha consigliato di fare ricorso visto le tante schede annullate. Ce la fa invece Lady Mastella, Sandra Lonardo. Tra chi varca per la prima volta il portone del Parlamento ci sono per il centrodestra l'ex ad del Milan Adriano Galliani, l'atleta paralimpica e conduttrice Giusy Versace, il giornalista, ex direttore di Panorama, Giorgio Mulè. Torna in aula dopo alcuni anni di assenza anche la leader Radicale Emma Bonino. Fuori per un soffio l'ex sottosegretario Benedetto Della Vedova.

Il voto all'estero
Sono stati anche assegnati i 18 seggi del voto estero. Ma anche in questo caso la nota del Viminale rende noto che si tratta di uno scrutinio non definitivo in quanto mancano alcuni verbali che sono stati trasmessi, come previsto dalla legge, alla Corte d’appello. Dei 12 seggi in palio alla Camera, 5 vanno al Pd, 3 al centrodestra e uno rispettivamente a M5s, Maie, Usei e +Europa. Dei 6 seggi al Senato, il Pd e il centrodestra ne conquistano 2. Nessun seggio ai Cinque Stelle mentre ne prendono uno ciascuno Maie e Usei.

Quale maggioranza?
In mancanza di una maggioranza chiara, con un quadro politico in movimento, non si possono escludere a priori posizionamenti "variabili" degli eletti, come ha anticipato nel dopo voto il presidente uscente dei deputati di Forza Italia Brunetta ("alla Camera ci occorreranno 30-40-45 voti in più", del resto al M5S ne mancano molti di più per fare il "contratto" programmatico ipotizzato dagli stellati). Quanto agli eletti nei collegi uninominali per le coalizioni che contano più di un partito, hanno in teoria tempo per far conoscere la loro scelta di gruppo.