16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Incandidabilità Berlusconi

Al via l'udienza sul caso Berlusconi a Strasburgo, il governo italiano: diritti non violati

Oggi è il giorno dell'udienza di Silvio Berlusconi a Strasburgo e diversi giudici hanno sollevate molte domande sia ai legali dell'ex Cav che ai rappresentanti dello Stato italiano

STRASBURGO - Oggi è il giorno dell'udienza di Silvio Berlusconi a Strasburgo. Molte domande sono state sollevate da parte di diversi giudici (quattro su 17) della «Grande Chambre» della Corte dei diritti dell'uomo ai legali del presidente azzurro e ai rappresentanti dello Stato italiano, durante l'udienza pubblica sul ricorso dell'ex Cavaliere contro la sua decadenza da senatore e la sua incandidabilità al Parlamento, in applicazione della legge Severino, dopo la condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale dell'agosto 2013. Tutte le domande sono state focalizzate sulla natura e sulle modalità della decisione del Senato di far decadere Berlusconi dal ruolo di senatore, e sulla sua incandidabilità, mentre nessuno ha sollevato questioni sul merito della condanna per frode fiscale e sulla proporzionalità della pena comminata.

Le domande dei giudici
Il giudice albanese Ledi Bianku, in particolare, ha chiesto chiarimenti sui tempi dell'approvazione della legge Severino in rapporto alle elezioni del febbraio 2013 («il decreto è stato elaborato tre mesi prima e applicato due mesi dopo»), e ha chiesto se queste circostanze non abbiano rischiato di «mettere in dubbio la stabilità elettorale». Sia Bianku che un altro giudice, il portoghese Paulo Pinto de Albuquerque, hanno poi chiesto chiarimenti sul caso della decadenza da senatore di Augusto Minzolini, e sulle sue analogie e differenze con il caso Berlusconi. Altre domande del giudice portoghese hanno riguardato il fatto che il voto sulla decadenza di Berlusconi è stato pubblico e non segreto, come il Senato prevede per le decisioni riguardanti le persone, e il fatto che non ci sia possibilità di appello per questo tipo di decisioni del Parlamento nazionale, mentre a livello di assemblee degli enti locali la decadenza del mandato è sottoposta al controllo della giurisdizione del giudice civile.

Le accuse di Berlusconi
La decisione sulla decadenza del mandato di Berlusconi era stata caratterizzata dai suoi avvocati come è «una sanzione penale» aggiuntiva rispetto alla condanna per frode fiscale e come il «risultato arbitrario, sproporzionato e inappellabile» di una decisione presa «dalla maggioranza del Senato» (192 voti contro 114), ovvero dei suoi avversari politici, senza che vi siano dei «criteri chiari e obiettivi» previsti dalla Legge Severino per la sua applicazione e senza possibilità di appello presso un organismo indipendente. La rappresentante dello Stato italiano, Maria Giuliana Civinini, aveva invece negato la pretesa natura di sanzione penale della decadenza del mandato, affermando che si era trattato di una decisione presa dal Senato in applicazione delle sue prerogative, mentre la magistratura si era limitata a comunicare al Senato, com'era suo dovere, il fatto che Berlusconi era stato condannato per frode fiscale in via definitiva a quattro anni di reclusione.