27 agosto 2025
Aggiornato 19:30
Tensione alle stesse

Terremotati, oltre al danno la beffa: pronte solo 26 casette su 200. Ed è rissa

Vi ricordate quando Matteo Renzi, che ancora sedeva a Palazzo Chigi, promise che le casette per i terremotati sarebbero state consegnate entro Pasqua? Ecco come sta andando in realtà

Terremotati riuniti a Pescara del Tronto per l'assegnazione delle casette
Terremotati riuniti a Pescara del Tronto per l'assegnazione delle casette Foto: ANSA/MASSI ANSA

ROMA - Vi ricordate quando Matteo Renzi, che ancora sedeva a Palazzo Chigi, promise che le casette per i terremotati sarebbero state consegnate entro Pasqua? Bene, siamo a giugno e ancora la maggior parte non sono pervenute. Dopo medi di attesa, le prime casette a Pescara del Tronto, la frazione di Arquata, nelle Marche, rasa al suolo dal terremoto di agosto 2016. Peccato che siano state consegnate solo 26 casettelle 22 richieste giunte dalle famiglie sfollate. L’ostacolo principale era stato stabilire un criterio per l’assegnazione delle casette. E visto che i cittadini non riuscivano a trovare un accordo, si è deciso di procedere con un sorteggio, effettuato pubblicamente nella sede temporanea del comune di Arquata, nella frazione di Borgo. All'appuntamento mancava solo il notaio, bloccato da un guasto alla macchina: la tensione e la disperazione erano talmente palpabili che l'ulteriore ritardo ha fatto scoppiare l'emotività di chi, in quel maledetto giorno d'agosto, ha perso tutto, e aspetta da mesi che le istituzioni mantengano le loro promesse.

Rabbia e frustrazione
Così, è scoppiata una vera e propria rissa. «È da aprile che aspettiamo», ha urlato qualcuno, in mezzo a urla e singhiozzi. I cittadini hanno quindi sfogato la propria frustrazione, osservando come quel giorno, che avrebbe dovuto essere «di festa», sia stato rimandato più e più volte, per poi riuscire a soddisfare nemmeno il 10% dei richiedenti.

Scoramento
Le casette disponibili sono in tre metrature, da 40, 60 e 80 metri quadri, assegnate secondo il criterio numerico dei nuclei familiari richiedenti. Anche il sindaco non ha nascosto il proprio scoramento: «Siamo i più colpiti dell’Italia centrale – ha detto il sindaco Petrucci – e abbiamo aspettato nove mesi questo momento. Anche io voglio accollarmi la responsabilità dei ritardi, ma la gente conosce l’iter che c’è dietro a tutto questo».

Nuova scadenza ad agosto, ad un anno dal sisma
Quindi, la nuova scadenza è stata segnata ad agosto, un anno esatto dal disastro che ha polverizzato le vite di migliaia di persone. Per allora, il primo cittadino spera che tutti i residenti di Pescara e di Arquata potranno dormire sotto un tetto sicuro nel territorio del comune cancellato dal sisma, prima che inizi il nuovo anno scolastico. Il tutto, dopo i molteplici ritardi dovuti alla «lentezza imposta dalle procedure standard applicate dalla regione».