27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Alfano su Goro e Gorino: non fanno onore all'Italia

Immigrazione, Poletti: «Si penalizzino i Paesi Ue che non accolgono»

Immigrazione ancora in prima pagina, dopo le ultime polemiche con l'Ue del premier Matteo Renzi e dopo le barricate alzate dai comuni di Goro e Gorino per non fare entrare i migranti in arrivo

ROMA - Immigrazione ancora in prima pagina, dopo le ultime polemiche con l'Ue del premier Matteo Renzi (legate anche alla lettera di Bruxelles sulla legge di Bilancio) e dopo la «rivolta» delle città emiliane di Goro e Gorino che hanno alzato le barricate contro l'arrivo di un manipolo di migranti. In proposito si è espresso il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ospite di Gerardo Greco ad Agorà su RaiTre: «Bisognerebbe penalizzare i Paesi dell'Unione Europea che non accolgono i migranti. L'Europa deve prendersi le proprie responsabilità, le cose devono essere gestite con molta cura», ha dichiarato. 

Poletti: sui migranti l'Italia è bravina, l'Europa deve fare di più
Il ministro Poletti ha anche dato un giudizio su come il nostro Paese sta gestendo l'emergenza migranti: «L'Italia credo sia bravina, ho visto altre nazioni che hanno alzato muri e fili spinati per poche decine di migranti». E in merito alle barricate ferraresi, questo è stato il commento del Ministro: «E' stata una cosa sbagliata, di fronte a donne e bambini bisogna essere disponibili. Bisogna fare uno sforzo di comprensione evitando generalizzazioni e giudizi semplici. Avevamo fatto un accordo per la ricollocazione di 35000 migranti, ne sono stati ricollocati 1000». Ma ha aggiunto: «Bisogna che l'Europa si decida a fare un lavoro importante, o ci si dà seriamente una mossa o prenderemo misure».

Alfano: Goro e Gorino non fanno onore all'Italia
Su Goro e Gorino ha usato parole dure anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, secondo cui le reazioni all'arrivo di un piccolo gruppo di profughi, 12 donne e i loro figli «non fanno onore all'Italia» ma «quella non è l'Italia". "Di fronte a 12 donne, una delle quali incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro Paese. Certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia», ha sottolineato a «L'aria che tira su La7»

L'Italia è quella che accoglie e salva
Perché, secondo Alfano, «l'Italia è il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, che sul molo soccorre chi arriva e non guarda gli orari», ha detto. E - ha aggiunto il ministro dell'Interno - «a me non interessa se la protesta del ferrarese sia organizzata o meno, io guardo i fatti e quello che vedo è qualcosa che amareggia ma non è quello lo specchio dell'Italia lo specchio sono i ragazzi di Napoli che aiutano i soccorritori e Pietro Bartolo sul molo di Lampedusa, sono tutti coloro i quali ogni giorno fanno fatica e salvano vite in mare»; perché, ha sottolineato il Ministro, «si sente dire 'oggi salvati 100 migranti o 300', ma - ha ricordato - non li tirano su con la rete da pesca, si tratta di salvare una persona alla volta, un salvataggio poi il secondo, il terzo, e mentre ne salvi uno può annegarne un altro». Dopo la strage di Lampedusa, ha aggiunto Alfano, «l'Italia ha scelto di non voltarsi dall'altra parte bensì di essere un Paese coraggioso. Abbiamo scelto di essere l'Italia della fatica e del coraggio, pur sapendo che così avremmo perso voti».

Fedriga: Alfano e Morcone offendono i cittadini che si ribellano
Non la pensa così il capogruppo alla Camera della Lega Nord Massimiliano Fedriga, secondo cui, ad essere offensive in primis, sono "le dichiarazioni del ministro Alfano e di Morcone", inaccettabili nei confronti di «cittadini che semplicemente non si sono piegati al volere del governo illegittimo». E aggiunge: «A Gorino, in provincia di Ferrara, il governo ha infatti requisito una struttura gestita da privati e in provincia di Verona ha fatto la stessa cosa, sequestrando un hotel privato per alloggiare clandestini». Lo afferma Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega Nord. Fedriga è irremovibile: «In tutto questo - sottolinea - Alfano e Morcone offendono con disprezzo cittadini di questo Paese con frasi inqualificabili: i due soggetti diano le dimissioni e se ne vadano, non possiamo permettere che il popolo sia rappresentato da persone che lo disprezzano».

Toti: andiamo nella direzione opposta a Calais
Anche il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha parlato di immigrazione, denunciando che «In Italia mi pare che si vada nella direzione opposta rispetto a Calais. Non ci sono sgomberi, non ci sono identificazioni, non ci sono aperture di nuovi Cie, non ci sono tutte quelle cose che abbiamo proposto nel documento di Genova sottoscritto dai tre governatori di Liguria, Lombardia e Veneto».In primis, «la proclamazione dello stato di emergenza», che «delimiti nel tempo un'emergenza che il governo si ostina a non voler riconoscere né affrontare».

Terzo anno consecutivo di emergenza
Toti fa anche dell'ironia: «Il prossimo passo è il rapimento dei clandestini sulle spiagge della Libia per portarli in Italia? Mi auguro che non si arrivi a questo livello di perversione». Toti ha poi ricordato che per il terzo anno consecutivo «stiamo segnando un record. Francamente se il primo anno l'emergenza non era preventivabile, il secondo si poteva anche iniziare a vedere che buttava male e continuare per il terzo vuol dire essere sordi e ciechi». Per Toti, però, errare è umano ma perseverare è diabolico. 

Salvare più vite non facendoli partire
Secondo il consigliere politico di Forza Italia, la missione nazionale nel Mediterraneo «ha salvato molte vite ma potrebbe salvarne molte di più se fosse utilizzata per evitare le partenze». Perché ormai, ha aggiunto, "le nostre navi stanno a poche miglia dalla Libia e gli scafisti non devono neanche più fare benzina ai loro motoscafi perché basta raggiungere le nostre unità navali per essere portati in salvo». E a chi continua a dire che il problema non esiste Toti suggerisce «di andare a parlare con i sindaci di qualsiasi colore politico, con le popolazioni comunque esse la pensino perché l'emergenza sociale è ai massimi nelle periferie ma ormai anche nei centri storici delle grandi città e nei piccoli Comuni sparsi per l'Italia».