Referendum, D'Alema: «Se Renzi perde, non ci sarà il diluvio, ma il buonsenso»
Secondo Massimo D'Alema, se Renzi perderà al referendum non ci sarà il diluvio. Semmai, ci sarà l'opportunità di discutere una riforma chiara, condivisa e rapida
ROMA - «Se vincerà il No e Renzi insisterà nel volersi dimettere, dopo di lui non ci sarà il diluvio, semmai il buonsenso». Lo afferma Massimo D'Alema in un'intervista alla Stampa a proposito dell'esito del referendum costituzionale di ottobre al quale lo stesso premier ha legato la sua permanenza a Palazzo Chigi.
Riforma pasticciata
«Se cade questa pasticciata e confusa riforma, il Parlamento non soltanto potrà non essere sciolto - e da questo punto di vista confido nella saggezza del Capo dello Stato - ma io credo che ci saranno anche un governo, se necessario - spiega l'ex presidente del Consiglio -, e una nuova legge elettorale». Comunque, prosegue, «nessuno chiede le dimissioni di Renzi. Se non Renzi. E in ogni caso a quel punto si potrebbe fare una riforma, condivisa, chiara e rapida».
La riforma da fare: articolo 1
D'Alema pensa in particolare a una riforma che preveda tre articoli. «Scritti in italiano, non in politichese». Il primo ridurrebbe il numero complessivo dei parlamentari. Duecento deputati e cento senatori in meno. In questo modo, si avrebbe una riduzione di trecento parlamentari, «con il vantaggio che non ci sarebbero 'dopolavoristi', destino che invece attende consiglieri regionali e sindaci secondo quanto previsto dalla riforma».
Articoli 2 e 3
«Articolo secondo: il rapporto fiduciario del governo è solo con la Camera dei deputati». Dunque, fine del bicameralismo perfetto. «Articolo terzo: nel caso in cui il Senato o la Camera apportino delle modifiche ad un testo di legge, tali modifiche vengono esaminate entro un tempo limitato da una apposita commissione, costituita dai parlamentari dei due rami». E se l'intesa non c'è, passa il testo prevalente, che viene sottoposto al voto delle due Camere, con sbarramento ad ulteriori emendamenti. Insomma: «Fine della navetta, del bicameralismo perfetto e delle perdite di tempo. Un meccanismo di questo tipo esiste in altri Parlamenti: per esempio in quello americano. Una riforma approvabile dai due terzi dei parlamentari, che si può fare in sei mesi».
Legge elettorale
Nel frattempo, secondo D'Alema, si dovrebbe discutere una nuova, seria legge elettorale, che non preveda più la nomina dei parlamentari da parte dei capipartito e non abbia una impostazione rischiosamente iper-maggioritaria. «Non ho mai condiviso l'Italicum e non penso che sia pienamente rispettosa della sentenza con cui la Consulta ha cancellato il Porcellum», ha spiegato.
(Fonte Askanews)
- 13/10/2022 Daniele Trabucco: «Perché il presidenzialismo può eliminare gli eccessi della partitocrazia»
- 10/09/2021 Maggioranza divisa anche sulle riforme. Pd-M5s: «Proviamoci». Lega: «Impossibile»
- 04/09/2020 Giovannelli: «Perché dire sì al taglio dei parlamentari ci renderà più efficienti»
- 08/08/2016 Meloni: «No a riforma costituzionale di Renzi, non abolisce il Senato e riduce la democrazia»