2 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
Duello sulla previdenza

Meloni: «Renzi taglia le pensioni con l'eutanasia»

La presidente di Fratelli d'Italia durissima contro la mossa del governo che mette a rischio la reversibilità: «Mira ad estinguere la specie di pensionati, così risolverà il problema della spesa pensionistica»

ROMA«Se sei vedova e tuo marito ha lavorato quarant'anni mentre tu crescevi i figli, puoi anche morire di fame perché non hai più diritto alla pensione di reversibilità. Se sei disabile o hai un disabile in famiglia e prendi una pensione di invalidità, lo Stato considera quella pensione una ricchezza da calcolare nell'Isee e non hai più diritto ad accedere ad altri servizi sociali. Se la Corte Costituzionale condanna lo Stato a ridarti i soldi che ti ha tolto bloccando l'adeguamento della tua pensione, lo Stato non ti restituisce che una piccola parte di quello che ti ha tolto indebitamente e dice pure che ti sta facendo un favore. Se sei un giovane puoi anche ammazzarti di lavoro per quarant'anni ma alla pensione non ci arriverai mai, perché stai pagando quelle d'oro di gente che non ha mai versato i contributi per prendere fino a 90 mila euro al mese». Lo afferma in una nota il presidente di Fdi, Giorgia Meloni, che aggiunge: «Perché per la sinistra amica della casta si può tagliare tutto, tranne i privilegi dei potenti e degli amici degli amici. Insomma, Renzi risolve il problema della spesa pensionistica con l'eutanasia: mira ad estinguere la specie dei pensionati».

Anche i sindacati protestano
La mossa del governo Renzi, del resto, è talmente controversa da avere suscitato le ire di tutti e tre i principali sindacati contemporaneamente. «Sulle pensioni di reversibilità il governo tira il sasso e poi nasconde la mano». È quanto affermano in una nota congiunta i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti. «Nella proposta di legge delega sulla povertà – si legge nella nota – è scritto che si intende operare una 'razionalizzazione' delle prestazioni assistenziali, anche di natura previdenziale, introducendo principi di selettività tramite applicazione dell'Isee. L'obiettivo dichiarato – proseguono i sindacati – è il reperimento di risorse per un Piano nazionale contro la povertà, ma ancora una volta si scopre un cinismo di fondo: se si deve dare qualcosa ai poveri bisogna toglierla a chi è appena meno povero. Logica questa che invece non si vede quando si opera sulle imprese o si tagliano le tasse anche a chi potrebbe e dovrebbe pagarle. Ci opporremo ad una logica siffatta – affermano i tre dirigenti sindacali – tanto più se si intende mettere le mani su prestazioni, quali la reversibilità, che sono di natura previdenziale, e quindi sono pagate con i contributi dei lavoratori, con ciò colpendo soprattutto le donne. Sulle pensioni negli ultimi anni – concludono – si è operato uno scempio ed è semmai ora di mettervi riparo, aprendo un confronto su come restituire equità, solidarietà e flessibilità al sistema, come richiesto da Cgil, Cisl e Uil al Presidente del Consiglio. Ogni tentativo di fare ancora cassa sulle pensioni lo contrasteremo in tutti i modi possibili».

(da fonte Askanews)