1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Ci potranno essere rilievi e osservazioni su specifiche misure

Legge di Stabilità, Padoan: da Bruxelles mi aspetto un sì

La Commissione europea non respingerà la Legge di Stabilità. Ne è convinto il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan

ROMA - La Commissione europea non respingerà la Legge di Stabilità. Ne è convinto il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan che, in un forum con la redazione del Sole 24 Ore, conferma che «questa manovra non sarà respinta. Penso - dice - che ci potranno essere rilievi e osservazioni su specifiche misure come è giusto che sia ma questo sarà visto nell'ambito della procedura di monitoraggio degli squilibri eccessivi. Alcuni policy makers europei alla fine hanno detto che l'importante è che voi tagliate le tasse». Il ministro spiega che «quando abbiamo presentato la bozza di stabilità a Bruxelles con la riduzione delle tasse, nel corso dei colloqui informali mi hanno risposto che per loro sarebbe stato meglio un taglio su lavoro e imprese. Noi lo sappiamo bene ma abbiamo spiegato le nostre motivazioni e alla fine hanno prestato attenzione alle nostre scelte».

Diversità di opinioni
Sulla spending review «ci sono state diversità di opinioni». Il ministro precisa che «i criteri guida che stiamo utilizzando per indirizzare gli efficientamenti di spesa soprattutto a livello locale sono il principio dei costi standard e del pareggio di bilancio».

Fase post Patto di stabilità interno
Padoan spiega che «stiamo passando verso una fase di post Patto di stabilità interno. Sostituiamo il Patto con l'idea che gli enti locali debbano avere il pareggio di bilancio, e per raggiungerlo in molti casi ci sono efficientamenti della spesa pubblica che possono essere applicati. Quanto alla differenza di opinione - ammette -, diciamo che la maggiore sensibilità politica del presidente del consiglio si è imposta di fronte a una richiesta un po' brutale del ministro tecnico sul riordino delle tax expenditures».

Efficientamenti
Sugli efficientamenti Padoan precisa che «i ministeri contribuiscono parecchio alla riduzione della spesa. Regioni ed enti locali poi dovranno fare efficienza ma avranno più risorse da spendere bene rispetto al passato. C'è inoltre una lunga lista di misure puntuali. Si tratta di una spending review intesa come un meccanismo di selezione dettagliata su voci di spesa e devo dire che il presidente del consiglio è intervenuto con il puntiglio che lo caratterizza».

Le tasse scenderanno 
"La pressione fiscale scenderà dal 44,2 per cento ora previsto nei tendenziali al 42,4%»
. Il ministro spiega che «la riduzione della pressione fiscale, lo voglio sottolineare, ha carattere permanente: nel 2016 disinneschiamo completamente le clausole su Iva e accise per 16,7 miliardi. L'effetto di trascinamento è di 12,2 miliardi. Nel 2017 restano da disinnescare quindi 14 miliardi sui 26 previsti, e nel 2018 circa 19 miliardi sui 29 della clausola. Complessivamente su 72 miliardi di clausole di salvaguardia è già previsto in legge di stabilità un taglio per la metà, vale a dire 36 miliardi nel prossimo triennio».

Deficit
In merito ai pericoli per un aumento del deficit Padoan non ha dubbi: «il deficit calerà l'anno prossimo. Il deficit andrà diminuendo dal 3,0% del 2014 al 2,6% del 2015 al 2,2% dell'anno prossimo. Questi sono i numeri. Ho detto che la logica delle clausole di flessibilità Ue è quella di indurre i governi a fare fino in fondo le riforme. Non vedo nessun azzardo nell'utilizzo di questi spazi fiscali, sono legali. Mentre sulla cosiddetta clausola migranti aspettiamo la valutazione della Commissione. Aggiungo poi che la dimensione incentivante è prevista anche nelle ipotesi poi abbandonate dei contractual arrangements, con l'impegno a rispettare il percorso di rientro sul percorso di raggiungimento dell'obiettivo di medio termine del pareggio di bilancio. Infine per quel che riguarda il debito pubblico - sottolinea il ministro -, nella prospettiva forward looking rispettiamo la regola europea»«Questa manovra segna un cambio di fase. Ai tempi di Ciampi la priorità italiana era il controllo del deficit e l'avanzo primario, oggi il nostro imperativo è il rilancio dell'occupazione e della crescita economica, non senza continuare sulla strada del risanamento», dichiara.

Manovra espansiva
«Questa manovra - sottolinea il ministro - è espansiva e allo stesso tempo di risanamento. Guardiamo i numeri: nel 2016 l'indebitamento netto scende al 2,2% e il debito scende dopo molti anni di crescita. La dimensione espansiva è determinata non solo dall'aggregato, ma dalla composizione , dalle diverse misure: il taglio della Tasi, dell'Imu sugli impianti imbullonati, gli incentivi all'occupazione, la contrattazione di secondo livello, importante perché incide sulla crescita potenziale sia tramite una maggiore produttività sia per l'aumento della domanda tramite un maggior reddito ai lavoratori. E poi c'è il taglio dell'Irap agricola e il bonus per l'edilizia. In sintesi c'è la riduzione della pressione fiscale».

Contante ed evasione
In merito alla scelta di aumentare il limite per gli acquisti in contante Padoan rivendica la scelta di cambiare idea. «Nel caso del contante - conferma - io ho cambiato idea. Rivendico il diritto a farlo. Dopo aver esaminato meglio la questione, l'evidenza mi dice adesso che non c'è una correlazione tra il limite al contante e la dimensione dell'economia sommersa. Il limite al contante più flessibile - spiega il ministro - produce anche dei benefici in un'economia all'interno della quale il sistema dei pagamenti elettronici è meno diffuso rispetto ad altri Paesi, ad esempio la Francia. Trovo che la discussione che si fa in questi giorni sul limite all'uso del contante è sproporzionata rispetto all'impatto della misura».

(Con fonte Askanews)