28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Il premier a Cernobbio

Renzi: «Avanti con il taglio delle tasse»

Dal palco di Cernobbio, davanti alla platea di imprenditori ed economisti, il premier conferma il percorso di abbattimento del carico fiscale iniziato l'anno scorso con la manovra degli 80 euro. Ora sarà cancellata la tassa sulla prima casa. Via Imu e Tasi.

ROMA (askanews) - In 18 mesi creati 236mila posti di lavoro «ma non basta», la ripresa economica sta accelerando «ma non mi deprimevo prima e non brindo adesso». Al suo debutto al workshop Ambrosetti a Cernobbio, Il premier Matteo Renzi snocciola una serie di numeri e considerazioni positive sull'economia italiana ma senza esaltarsi. Davanti alla platea di imprenditori, manager ed economisti che l'anno scorso aveva snobbato, preferendo l'inaugurazione di uno stabilimento nel bresciano, il presidente del Consiglio indica le sfide e le ambizioni del paese che vuole tornare ad essere nel gruppo di testa in fatto di crescita e lavoro. Rivendica il programma di riforme per rendere il paese più giusto e più equo. Dal palco di Cernobbio il premier conferma il percorso di abbattimento del carico fiscale iniziato l'anno scorso con la manovra degli 80 euro. Ora sarà cancellata la tassa sulla prima casa. Via Imu e Tasi.

L'Italia torna a crescere
«L'Italia non è più un problema per l'economia dell'Europa», ha esordito il premier sottolineando che gli ultimi dati sul Pil dimostrano «che noi torniamo a crescere come gli altri ma ancora non ci basta e non mi basta». «Noi vogliamo essere leader e dobbiamo fare di più. Vogliamo la maglia rosa». Poi il tema tasse. Il premier ribadisce la cancellazione delle tasse sulla prima casa. Parlare di «tasse significa una operazione su 5 anni» ha detto rivolto alla platea di imprenditori e banchieri. «La prima nel 2014 con gli 80 euro, 10 miliardi di euro a 10 milioni italiani con meno di 1.500 euro al mese - ha spiegato - nel 2015 l'operazione col costo del lavoro sganciato dall'Irap, nel 2016 operazione casa». Una tassa, ha detto Renzi, che «è diventata una gara di acronimi, Ici, Imu e Tasi». «Dal prossimo anno non si pagano più, compresi i macchinari imbullonati e l'Imu agricola. Nel 2017 sarà la volta dell'Ires e nel 2018 Irpef». Obiettivo del governo è «rendere il paese più semplice, più equo e più giusto. Questo riguarda il tema del fisco - ha detto Renzi - ma anche della giustizia».

L'Italia ha voltato pagina
Renzi si sofferma sul tema lavoro dopo che ieri il consiglio dei ministri ha varato gli ultimi decreti attuativi del Jobs act. «Un anno fa la discussione era tutta sull'art 18, ora l'art 18 non c'è più. Questo significa che l'Italia ha voltato pagina sul lavoro» ha sottolineato Renzi. «La Germania - ha proseguito - ha impiegato tre anni negli anni 2000 per fare la riforma del lavoro. Allora chiese non la flessibilità ma di superare il 3% e l'Italia concesse questa opportunità». Renzi ricorda che da quando si è insediato nel febbraio dell'anno scorso sono stati creati 236mila posti di lavoro. In pratica è stato recuperato il 25% dei posti persi con la dura crisi. I numeri sono un dato di fatto «ma non basta», ha chiosato Renzi, «dobbiamo fare di più».

«Il tempo dei salotti buoni è finito»
Nel suo intervento, Renzi non risparmia qualche punzecchiatura, a partire dalla minoranza Pd. «Prima mi contestava il M5s, poi la Fiom poi gli insegnanti e questa estate gli economisti. E' stato un lungo anno di contestazioni - ha detto Renzi - con poche e rare perle di coerenza, per esempio la mia minoranza, mi ha sempre contestato con mirabile senso della coerenza. Sono loro debitore per il senso della linearità del loro pensiero». Parole che fanno scattare l'applauso della platea. Ma il premier non è tenero anche con un pezzo dell'imprenditoria. «Il tempo dei salotti buoni è finito davvero, il tempo degli amici degli amici e dei patti di sindacato deve appartenere al passato. Abbiamo discusso a lungo dei danni fatti dal sindacato ma non ci siamo domandati a sufficienza quanti danni hanno fatto negli anni i patti di sindacato». Il presidente del consiglio ha rivolto l'ennesimo riconoscimento al sistema dell'impresa. «In Italia c'è una classe straordinaria di imprenditori piccoli e medi che ha resistito in anni di crisi indipendentemente e nonostante la politica». Il governo è determinato. Il premier assicura che resterà fino alla scadenza naturale della legislatura nel 2018. «Smettiamola di piangerci addosso. Il tempo degli alibi è finito».