Renzi allo scontro con i sindacati: «Scandalosi su Pompei e Alitalia»
Il Premier attacca duramente i sindacati, a meno di 24 ore dallo sciopero di Alitalia (cancellati 60 voli) e dall'assemblea dei lavoratori di Pompei che ha tenuto migliaia di spettatori fuori dai cancelli chiusi. . Poi rilancia: «Supereremo di nuovo il 40%». Sulle divisioni interne: «Le piccole scissioni non servono a nessuno».
ROMA - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi giudica «scandalose» le iniziative sindacali che hanno in questi giorni bloccato molti voli Alitalia e l'ingresso dei visitatori a Pompei. Nelle sue enews Renzi assicura che «continueremo a lavorare», «nonostante loro».
Renzi ha sottolineato che «fa male» vedere che «dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito e quindi i posti di lavoro a Pompei, un'assemblea sindacale blocca all'improvviso migliaia di turisti sotto il sole. Oppure vedere che dopo le nottate insonni per coinvolgere Etihad e evitare il fallimento di Alitalia, gli scioperi dei lavoratori di quell'azienda rovinano le vacanze a migliaia di nostri concittadini».
Il premier ha chiarito che, «per evitare le polemiche di domani, nessuno mette in discussione il diritto all'assemblea sindacale o allo sciopero. Sono diritti sacrosanti. Ma - ha sottolineato - c'è anche bisogno di buon senso e di ragionevolezza, di responsabilità e di rispetto».
Renzi ha sostenuto, riferendosi in particolare al sito archeologico campano, che «in un momento come questo tenere migliaia di turisti venuti da tutto il mondo, sotto il sole per un'assemblea sindacale a sorpresa significa volere il male di Pompei. Significa fare il male di Pompei. Io non ce l'ho con i sindacati. Ma se continua così - ha ammonito - dovremo difendere i sindacati da se stessi. L'assemblea di ieri a Pompei, in quelle modalità, in quelle forme, è semplicemente scandalosa. Continueremo a lavorare per Pompei, nonostante loro».
Vogliamo riportare l'Italia alla guida dell'Europa
Aziende, sindacati, governo, regioni festeggiano a Palazzo Chigi: «E' una buona notizia» e «riguarda l'accordo Whirlpool, che ha salvato - tra l'altro - la fabbrica di Carinaro a Caserta, operazione che sembrava impossibile solo due mesi fa». Lo ha detto il premier Matteo Renzi nelle sue enews sottolineando che «non è l'unica buona notizia di ieri: abbiamo firmato 8 miliardi di contratti con l'Egitto in vari settori, otto miliardi di euro passati nel silenzio più assordante; abbiamo ottenuto un investimento di 500 milioni nel settore agricolo-tabacco tra Benevento, Caserta, Toscana, Umbria e Veneto; abbiamo ricevuto l'ennesimo dato positivo sulla riduzione del numero dei cassaintegrati. Bene».
Ma tutto questo, sono state ancora le parole di Renzi, «ha senso solo se ci ricordiamo il nostro obiettivo: noi non vogliamo solo tirare fuori l'Italia dalla crisi. Vogliamo riportarla al posto che merita: alla guida dell'Europa. E costi quel che costi, ce la faremo. Perché l'Italia si merita di più».
Economia Italia sicura ma molti vogliono fallimento
L'Italia è «ormai economicamente al sicuro», con il Parlamento che «ha dimostrato finalmente di poter mantenere i prorpri impegni». Ma la sfida per uscire definitivamente dalla crisi «certo non è facile, anche perché c'è una costante tentazione del sistema Paese a autoflagellarsi. In tanti dicono che va tutto male, sempre male, solo male. Scommettono sul fallimento. Noi no. Ci proviamo. Ogni giorno. Passo dopo passo».
«In questo lungo e caldo mese siamo stati impegnati su più fronti - ha ricordato renzi - e le due parole d'ordine sono sempre le stesse: riforme e crescita».
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