Roma senza vicesindaco: e ora cosa accadrà?
Le dimissioni di Luigi Nieri non chiudono la questione politica, anzi la aprono. Nessuno è disposto a sostituirlo, e quei pochi non piacciono al sindaco Ignazio Marino. Intanto, Mafia capitale continua a «magnarsi» indisturbata la città
ROMA – E ora che se n'è andato il vicesindaco Luigi Nieri? Nella Giunta di Ignazio Marino non cambia nulla. Anzi, paradossalmente i veri problemi cominciano proprio adesso. Il vendoliano ha fatto da parafulmine per l'inchiesta di Mafia capitale, in cui era rimasto coinvolto dalle intercettazioni in cui parlava con il famigerato ras delle coop Salvatore Buzzi. Lui continua a dichiararsi ostinatamente estraneo, ma ha comunque optato per le dimissioni «per non lasciare alibi a chi usa me per attaccare l'amministrazione di Roma». Gesto apprezzabile, ma che comunque non modifica di una virgola la sostanza politica.
Il grande banchetto
Perché Ignazio Marino non c'entrerà nulla con la fogna venuta allo scoperto grazie alle ultime indagini, e sicuramente nemmeno Luigi Nieri. Ma questo non basta ai palazzi romani per concludere che tutto vada bene, madama la marchesa. Al contrario. Che la criminalità organizzata si sia letteralmente «magnata» la capitale, infatti, è una triste realtà che continua ad essere ribadita ogni giorno, dalla relazione del prefetto Gabrielli («Il sistema mafioso si è realizzato secondo schemi e copioni non intaccati dal cambio di amministrazione») fino al sequestro del ristorante Il Barroccio, zona Pantheon, che sarebbe stato in mano alla cosca 'ndranghetistica degli Alvaro. Si stanno «magnando» Roma, appunto. E la politica non può permettersi di restare ferma a guardare.
Scaricabarile
Il problema è che la barchetta di Ignazio Marino non ha né la stazza né i timonieri per affrontare la burrasca che l'ha travolta. La soluzione nella mente del sindaco per riprendere in mano il timone si chiama rimpasto, ma anche questa eventualità non è semplice da realizzare come sembra. Prima bisogna ritrovare un accordo tra lo stesso Marino e il Partito democratico: ovvero la forza politica che prima lo ha sostenuto, poi lo ha ostacolato mentre cercava di ripulire la fogna, poi si è scoperta immersa fino ai gomiti nella stessa fogna e infine ha accusato il sindaco che aveva ostacolato di non aver saputo ripulire la fogna. Un comportamento semplicemente incommentabile.
Vicesindaco cercasi
Eppure, nonostante tutto, il Pd continua a voler fare la voce grossa in Giunta. Il commissario nonché presidente del partito, Matteo Orfini, pretende addirittura una nuova «super Giunta». Già, ma con chi? La stragrande maggioranza dei parlamentari e dei quadri dirigenti piddini romani non ci pensa proprio a giocarsi la faccia in un esecutivo così sputtanato. Quei pochi che sarebbero disponibili, come Walter Tocci, ex numero due di Rutelli, non piacciono invece al primo cittadino. Difficile trovare una quadra. Eppure almeno il nuovo vicesindaco dovrà essere nominato, e in fretta. Se non si riuscirà a individuare nuovi innesti, la soluzione più scontata è quella di promuovere uno degli attuali assessori, come l'onnipresente Alfonso Sabella, l'ex magistrato titolare della Legalità, o addirittura Guido Improta. Che politicamente sarebbe la figura perfetta per far risalire le quotazioni della Giunta: piddino e perfino renziano. Peccato che lui stesso abbia preannunciato le sue dimissioni solo poche settimane fa. E in tutto questo casino ci sarebbe pure da allestire un Giubileo, nei ritagli di tempo. Non vorremmo proprio essere nei panni di Ignazio Marino.
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