20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Un documento Berlino-Parigi tutto banche e finanza

L’Europa sull’orlo del baratro? Continua il duetto Merkel-Hollande

Mentre il Continente ribolle di critiche e minacce i due leader fanno filtrare una governance per i prossimi anni unicamente rivolta a non cambiare i trattati e alla difesa dei poteri forti dei rispettivi paesi. Con tanti saluti per Grecia, Podemos, Polonia, Renzi, Cameron ed euroscettici.

ROMA - Che l’Europa sia alla canna del gas non lo sostiene Podemos, Salvini o Grillo: lo mette nero su bianco, in una intervista al Corriere della Sera,  Romano Prodi, che della Commissione di Bruxelles è stato presidente, e certo non può essere annoverato fra gli euroscettici.

RENZI E CAMERON: BISOGNA CAMBIARE - Ormai non passa giorno che la mappa dei paesi fortemente critici con l’Europa non registri l’arrivo di un’altra autorevole bandierina. Praticamente nelle stesse ore, da Roma, Matteo Renzi ha spedito a Bruxelles un documento in quattro cartelle per dire che bisogna cambiare, che ci vuole meno burocrazia e più umanità; mentre David Cameron si è recato personalmente dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, per notificargli che per la Gran Bretagna così non si va avanti e che, senza interventi, è pronto a dire ai suoi elettori di votare per l’uscita dall’Europa nel referendum previsto per il prossimo anno.

MERKEL E HOLLAND, UNA RICETTA A QUATTRO MANI - Con Podemos che trionfa in Spagna e l’antieuropeo Duda che conquista la Polonia, il minimo che ci si potesse aspettare è che Germania e Francia, i due paesi che di fatto hanno sempre governato a Bruxelles (con la preminenza di Berlino negli ultimi anni), convocassero una sorta di stati generali europei per studiare, con il contributo di tutti, come rimettere insieme un mosaico che è sul punto di andare a pezzi. E invece cosa fanno Angela Merkel e Francois Holland? Continuano con il loro duetto solitario e stilano una sorta di rilancio made in Parigi e Berlino fondato praticamente sulla stessa ricetta di sempre: tutto va bene se va bene alla finanza e ai finanzieri. Il documento viene poi in dato in visione esclusiva al quotidiano «Le Monde» per tastare il terreno e monitorare le reazioni prima che diventi ufficiale. Incuranti di una Grecia che potrebbe implodere da un momento all’altro, provocando uno tsunami dagli esiti imprevedibili, i due leader di Germania e Francia scrivono un testo a quattro mani che punta a rimettere in piedi l’Eurozona grazie ad un programma in «quattro aree di azione, che devono essere sviluppate - riporta «Le Monde» - nel quadro dei trattati esistenti, nei prossimi anni»: politica economica, fiscale e sociale, stabilità finanziaria e investimenti, governance dell'Unione monetaria.

GRANDI ASSENTI, OCCUPAZIONE E IMMIGRAZIONE - Non una parola, quindi, sull’occupazione, che è il vero nodo della fibrillazione ormai registrata ad ogni tornata elettorale e in ogni Paese, anche se poi si esprime con modalità e finalità diverse. Non un cenno a quella mina vagante che si chiama immigrazione, nonostante abbia tutto il potenziale per mettere in ginocchio e destabilizzare i Paesi destinati a subirne l’impatto più violento, come sta già accadendo in Italia.

 I TRATTATI NON SI TOCCANO - Nel dossier Europa per i prossimi anni fatto filtrare oggi attraverso «Le Monde» sembrerebbe che Merkel e Holland, oltre a salvaguardare gli interessi di banche e finanza, siano ossessionati da una sola parola d’ordine: gli accordi non si toccano. Nemmeno quel famigerato patto di Dublino che ha consentito al premier francese nei giorni scorsi, di buttare all’aria le intese che lui stesso aveva sottoscritto, facendo ricadere unicamente sulle spalle dell’Italia l’esodo biblico dei barconi, fatta eccezione per i migranti eritrei e i siriani, per i quali la Francia si dice disponibile ad accettare la ripartizione in quote.

LA FABBRICA DEGLI EUROSCETTICI - Se l’intenzione di Merkel e Holland era quelle di fornire altre motivazioni all’euroscetticismo non potevano fare di meglio. «L’Europa non ha più politica né idee: ha solo regole e aritmetica. Quando definivo «stupido» il patto di stabilità sapevo che si sarebbe arrivati a questo punto. Non si governa con l’aritmetica. Junker ha annunciato il suo piano di investimenti nove mesi fa. Il tempo in cui nasce un bambino. Ma non si è ancora visto nulla». Questo il severo giudizio di Romano Prodi, cioè l’italiano che, con Carlo Azeglio Ciampi, era così entusiasta dell’ingresso nell’euro del Paese che guidava da accettare un cambio capestro che ridusse  praticamente del cinquanta per cento il potere d’acquisto di stipendi e risparmi degli italiani. Se continua così, ci sarà poco da meravigliarci se anche un europeista come Prodi prima o poi finirà per ingrossare le fila degli euroscettici.  

PRODI: ISOLARE MOSCA, UN DANNO - Prodi ha infatti parole dure anche per la politica estera praticata dall’Europa: «Isolare la Russia è un danno. Il problema è avere chiara l’idea di dove vuoi arrivare. Se vuoi che l’Ucraina non sia membro della Nato e dell’Ue, ma sia un Paese amico dell’Europa e un ponte con la Russia, devi avere una politica coerente con questo obiettivo. Se l’obiettivo è portare l’Ucraina nella Nato, allora crei tensioni irreversibili», ha precisato l’ex Presidente della Commissione Europea.

LA PROPOSTA DI RENZI - In tutto questo c’è da chiedersi che accoglienza possono avere a Bruxelles le proposte di cambiamenti chiesti da Matteo Renzi. Intanto sarebbe interessante sapere se il nostro presidente del Consiglio era stato avvertito che stava per essere messa in campo una ricetta targata Berlino e Parigi. Poi va sottolineato che Renzi, pur girandoci intorno, al dunque vorrebbe arrivare ad una condivisione europea del debito e dell’occupazione. Si tratta di due soluzioni che potrebbero forse solleticare l’orecchio di Holland, ma che certamente manterranno in una sordità assoluta la Germania e tutti i paesi del Nord.

GLI EGOISMI DELLA GERMANIA - Infine è il caso di porsi finalmente una domanda. Da quando la Germania e la Merkel sono al comando in Europa sono cresciuti un po’ dovunque difficoltà economiche e malcontento. La crisi Greca che, presa in tempo, poteva costare 30-40 miliardi, oggi per risolverla ne costerebbe dieci volte di più. Dalla Russia, alla Libia, senza parlare dell’ Ucraina, la politica estera a trazione Berlinese non ha fatto che guai. Anche la Polonia, che forse è stata quella più gratificata dall’Europa, ora si sveglia euroscettica. 

LA MERKEL È BRAVA COME DICONO? - La Germania è sicuramente brava a vendere auto Mercedes. Ma siamo sicuri che sia anche adatta a guidare una geopolitica che vede primeggiare in Spagna un movimento di sinistra e in Polonia un movimento di destra accumunate da un unico desiderio: mandare a gambe all’aria il progetto europeo? «La Merkel ha la statura per imporre una svolta?», ha chiesto il Corriere della Sera a Romano Prodi. «Questo lo vedremo», è stata la dubbiosa risposta dell’ex presidente della Commissione Europea.