23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Regionali Veneto 2015

La strana coppia non scalfisce Zaia

In Veneto aumenta il vantaggio del Governatore uscente. Il patto di non belligeranza fra Tosi e Moretti non sortisce gli effetti sperati. Si è scoperto che l’ex sindaco porta via voti solo alla candidata del PD.

ROMA - In Veneto, regione strategica per il futuro prossimo e remoto del centrodestra, si è formata una strana coppia per scongiurare la conferma del presidente uscente Luca Zaia. Flavio Tosi e Alessandra Moretti avrebbero stretto un patto di non belligeranza con l’obiettivo di non ostacolarsi a vicenda nella corsa alla presidenza del Veneto. A sigillare l’accordo un comunicato congiunto, uscito sabato scorso, in cui i due candidati accusano Luca Zaia di fuggire, «tutte le volte che può, ad ogni occasione di accostamento con gli altri candidati».

TOSI CANNIBALIZZA MORETTI - L’intesa fra i due sarebbe nata dopo la diffusione degli ultimi sondaggi che danno il presidente leghista ancora in vantaggio di dieci punti sulla diretta sfidante del Partito democratico e l’epurato Flavio Tosi fermo al dieci percento. Una volta uscito dal Carroccio l’obiettivo primario del sindaco di Verona, nonostante i proclami pubblici di voler correre per la vittoria, era quello di far perdere l’ex amico Luca Zaia dimostrando di essere determinante per la vittoria del centrodestra in Veneto. Una missione difficile ma non impossibile, visto che il presidente uscente era dato in partenza dodici punti sopra la Moretti e Tosi accreditato intorno al dieci percento. Sarebbe bastato rosicchiare altri due punti all’attuale presidente in campagna elettorale e il gioco era fatto. Ma a quindici giorni dalle elezioni il sindaco e la Moretti, che aveva tutto da guadagnare da questa faida familiare, si sono accorti che i conti non tornavano e che gli equilibri restavano pressoché invariati.

UN PATTO DI NON BELLIGERANZA - Dopo un attimo di smarrimento è bastato fare due più due per capire che Flavio Tosi stava guadagnando terreno ma sul candidato sbagliato, ovvero su Alessandra Moretti. L’ex leghista non è infatti riuscito a scalfire lo zoccolo duro degli elettori di Luca Zaia ma ha fatto presa su un’ampia fetta di quell’elettorato moderato che aveva scelto di puntare sull’europarlamentare del Pd «turandosi il naso». Le posizioni misurate e pragmatiche del sindaco di Verona su argomenti come l’immigrazione, l’uscita dall’euro e la flat tax non hanno convinto tanto i seguaci di Matteo Salvini quanto quella fetta di medi e grandi imprenditori che avrebbero appoggiato la Moretti «sperando in un canale diretto di comunicazione con Matteo Renzi e quindi con il governo».

I TOSIANI  NON CI STANNO - A questo punto è scattato un repentino cambio di strategia che tuttavia non è piaciuto ai colonnelli tosiani ancora convinti «che si potesse correre per la vittoria». Come confidano alcuni uomini del sindaco di Verona molto presenti sul territorio, «questo patto con la Moretti non ci aiuterà certo a conquistare Palazzo Balbi». E anche la base leghista che aveva scelto di seguire Flavio Tosi nella sua nuova avventura ha digerito male questo patto di non belligeranza. «Va bene tutto, ma andare a braccetto con Ladylike per far perdere Zaia mi sembra troppo», sbotta sui social un follower tosiano della prima ora che aveva puntato tutto sulla vittoria del sindaco della sua città.

UN LABORATORIO INDIGESTO PER IL SINDACO? - Fatto sta che se le cose non cambieranno a breve la corsa di Flavio Tosi per la presidenza del Veneto rischierà di diventare ininfluente, vanificando così anche la sua uscita forzata dalla Lega Nord. Una debacle che rischierebbe di avere pesanti ripercussioni anche sulle ambizioni nazionali del sindaco di Verona, che aveva puntato tutto sul laboratorio Veneto come modello per lanciare il suo progetto per la costruzione di quel grande partito di centrodestra che tutti vorrebbero ma che nessuno, per ora, riesce a realizzare.