24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Il premier sull'emergenza sbarchi

Renzi: Non ci saranno interventi in Libia, troppo rischioso

Il presidente del Consiglio, ai microfoni di Rtl 102.5, affrontando il tema delicato di sbarchi e immigrazione, esclude che vi sarà un intervento con forze internazionali in terra ferma, poiché si andrebbe incontro ad «un rischio assolutamente eccessivo».

ROMA (askanews) - «Intervenire con forze internazionali in terra ferma è un rischio assolutamente eccessivo». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Rtl 102.5 escludendo invio di truppe in Libia.

Concetto occidentale portare democrazia con bombe
«In questi casi - ha spiegato il premier - si parla di 'peace keeping' ma lì la pace non c'è: la Libia potrà vedere una stagione di pace solo se le tribù si metteranno d'accordo. Grazie all'Italia c'è un inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon. Non è una cosa semplice, per il momento i risultati non sono positivi né definitivi ma ci sono anche canali sotterranei di dialogo che stiamo incoraggiando. O si mettono d'accordo le tribù o non ce n'è per nessuno: è un concetto occidentale pensare di bombardare e esportare la democrazia. Se non accade si pone il grande problema della gestione di quella terra ma non possiamo mandare decine di migliaia di uomini senza strategia solo perché sull'onda dell'emozione invii truppe di terra. In passato ci sono stati tanti danni. Siamo calmi, la giochiamo palla a terra, stiamo parlando di una cosa in cui non possono esserci errori né passi falsi».

Interventi mirati contro schiavisti
«Quindi - ha concluso Renzi - escludo la possibilità della presenza di uomini a terra in questo momento, altro è una serie di interventi mirati sui nuovi schiavisti che vanno assicurati alla giustizia. L'Italia ne ha arrestati 976 ma possibile li arrestiamo solo noi? Spero che presto diventino 977: vorrei fosse individuato lo scafista che ha portato al disastro dell'altra sera. La magistratura sta indagando per capire se è tra i sopravvissuti. Serve una azione condivisa e mirata dell'Ue e ci sono le condizioni per farla».