Papa Francesco: «Insegnare è bellissimo»
Il Pontefice punta il dito contro gli stipendi bassi dei docenti. A oltre 2mila insegnanti cattolici degli istituti superiori ricevuti in Vaticano ha ricordato che «non c’è soltanto il tempo che spendono per fare scuola, poi devono prepararsi, poi devono pensare a ognuno degli alunni».
CITTÀ DEL VATICANO (askanews) - Un lavoro bellissimo, malpagato, che non è solo trasmissione di nozioni, ma una relazione. Papa Francesco ha parlato così dell'insegnamento durante l'udienza di oggi in Aula Paolo VI a circa duemila membri dell'Uciim, l'Unione cattolica insegnanti, che quest'anno festeggia i 70 anni di attività. «Insegnare è un lavoro bellissimo: peccato - ha sottolineato il Papa - che gli insegnanti sono malpagati. Perché non è soltanto il tempo che spendono lì per fare scuola, poi devono prepararsi, poi devono pensare ad ognuno degli alunni: come aiutarli ad andare avanti. E' vero, è un'ingiustizia. E' un lavoro bellissimo, malpagato: è un po' come essere genitori, almeno spiritualmente. E' anche una grande responsabilità».
INSEGNANTE COME VOI - «Cari colleghi e colleghe»: ha iniziato così il suo discorso il Papa, ricordando di essere stato «insegnante come voi» e di conservare «un bel ricordo delle giornate passate in aula con gli studenti». Il Pontefice ha incoraggiato i docenti a «insegnare non solo i contenuti di una materia, ma anche i valori della vita e le abitudini della vita. Per imparare i contenuti è sufficiente il computer, ma per capire come si ama, per capire quali sono i valori e quali abitudini sono quelle che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante».
SCUOLA RIFERIMENTO POSITIVO - «In una società che fatica a trovare punti di riferimento - ha proseguito Bergoglio - è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Essa può esserlo o diventarlo se al suo interno ci sono insegnanti capaci di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura, senza ridurre tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche ma puntando a costruire una relazione educativa con ciascuno studente, che deve sentirsi accolto ed amato per quello che è, con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità. In questa direzione il vostro compito è quanto mai necessario».
DOVERE DI AMARE - Secondo il Papa poi ogni studente «deve sentirsi amato e accolto con tutti i suoi limiti e potenzialità» ed è importante che gli insegnanti cristiani si impegnino «nelle periferie della scuola, che non possono essere abbandonate all'emarginazione, all'ignoranza, alla malavita. Il dovere di un buon insegnante - a maggior ragione di un insegnante cristiano - è quello di amare con maggiore intensità i suoi allievi più difficili, più deboli, più svantaggiati. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete? E ce ne sono alcuni che fanno perdere la pazienza, ma quelli dobbiamo amare di più! Quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola».
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