19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Vaticano

Papa Francesco: «Il mondo ha bisogno di leader capaci e cittadini responsabili»

Il Pontefice ha rinnovato l'invito alla ricerca della pace che può essere raggiunta «solo se ci sforziamo, attraverso processi politici e legislativi lungimiranti, di costruire un ordine sociale fondato sulla fraternità e sulla giustizia per tutti»

Papa Francesco: «Il mondo ha bisogno di leader capaci e cittadini responsabili»
Papa Francesco: «Il mondo ha bisogno di leader capaci e cittadini responsabili» Foto: Agenzia Fotogramma

CITTÀ DEL VATICANO - "Se vogliamo guarire il nostro mondo, così duramente provato da rivalità e forme di violenza che nascono dal desiderio di dominare piuttosto che di servire, abbiamo bisogno non solo di cittadini responsabili, ma anche di leader capaci, ispirati da un amore fraterno rivolto soprattutto a coloro che si trovano nelle condizioni di vita più precarie». Lo ha detto Papa Francesco ricevendo oggi in Vaticano i partecipanti all'Incontro promosso dall'International Catholic Legislators Newwork.

Francesco ha, quindi, incoraggiato una azione «per l'adozione di politiche e leggi che cerchino di affrontare, in uno spirito di solidarietà, - ha detto - le numerose situazioni di disuguaglianza e ingiustizia che minacciano il tessuto sociale e la dignità intrinseca di tutte le persone».

Il Papa ha poi rinnovato l'invito alla ricerca della pace. «La pace non è semplicemente assenza della guerra. - ha ripetuto - Il cammino verso una pace duratura richiede invece la cooperazione, soprattutto da parte di coloro che hanno maggiori responsabilità, nel perseguire obiettivi che vadano a beneficio di tutti. La pace deriva da un impegno duraturo per il dialogo reciproco, da una paziente ricerca della verità e dalla volontà di anteporre il bene autentico della comunità al vantaggio personale». Questo perché, ha voluto sottolineare, «la vera pace può essere raggiunta solo quando ci sforziamo, attraverso processi politici e legislativi lungimiranti, di costruire un ordine sociale fondato sulla fraternità universale e sulla giustizia per tutti».

Altra parola-chiave usata da Francesco quella della «giustizia», fatta di «azioni concrete volte a promuovere relazioni giuste con Dio e con gli altri, in modo che il bene degli individui e della comunità possa fiorire».

«Nel mondo di oggi, - ha quindi concluso il Pontefice - molte persone chiedono giustizia, in particolare i più vulnerabili che spesso non hanno voce e che si aspettano che i leader civili e politici proteggano, attraverso politiche e leggi pubbliche efficaci, la loro dignità di figli di Dio e l'inviolabilità dei loro diritti umani fondamentali. Penso, ad esempio, ai poveri, ai migranti e ai rifugiati, alle vittime del traffico di esseri umani, ai malati e agli anziani e a tanti altri individui che rischiano di essere sfruttati o scartati dall'odierna cultura dell'usa e getta».

«Scardinare consuetudini che non parlano più a nessuno»

«Solo insieme possiamo camminare come popolo di Dio, come cercatori di senso con tutti gli uomini e le donne di questo tempo, custodi della gioia di una misericordia fatta carne nella nostra vita. Questo percorso richiede di scardinare consuetudini che non parlano più a nessuno, di rompere schemi che imbrigliano l'annuncio, suggerendo parole incarnate, capaci di raggiungere la vita delle persone perché nutrite della loro vita e non di idee astratte».

Il Papa ha definito quella degli Istituti secolari, un «vocazione di frontiera», ma anche «che apre strade». «Penso - ha poi aggiunto - ai contesti ecclesiali bloccati dal clericalismo, dove la vostra vocazione dice la bellezza di una secolarità benedetta aprendo la Chiesa alla vicinanza ad ogni uomo. Penso alle società dove i diritti della donna vengono negati e dove voi, come è successo anche in Italia con la beata Armida Barelli, avete la forza per cambiare le cose promuovendone la dignità. Penso - ha quindi concluso - a quei luoghi, che sono tanti, nella politica, nella società, nella cultura, in cui si rinuncia a pensare, ci si uniforma alla corrente dominante o al proprio comodo, mentre voi siete chiamati a ricordare che il destino di ogni uomo è legato a quello degli altri».