28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Via libera alle trascrizioni dei matrimoni omosessuali

Il Tar del Lazio dà ragione al sindaco di Roma

Oggi arriva il colpo di scena che dà ragione alla linea adottata da Marino insieme ai sindaci di Milano, Bologna ed Empoli che, come Roma, avevano riconosciuto le unioni. Per Imma Battaglia di Sel: «Alfano e il Prefetto sono stati sbugiardati».

ROMA - Oggi il Tar del Lazio ha sostenuto la linea di condotta del sindaco di Roma, Ignazio Marino, per quanto riguarda l'annullamento della trascrizione nei registri comunali dei matrimoni omosessuali contratti all'estero. Alfano e il Prefetto di Roma dovranno fare dietrofront, e Sel esulta perché sono stati «sbugiardati».

 IL TAR DEL LAZIO STA DALLA PARTE DI MARINO - Quando il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro con il decreto del 31 ottobre 2014 aveva annullato le trascrizioni delle 16 unioni civili celebrate all'estero da alcune coppie dello stesso sesso, sembrava dovesse essere archiviata l'immagine storica del sindaco di Roma Ignazio Marino, che il 18 ottobre 2014 le aveva ufficializzate in Campidoglio, tra una folla di cronisti, curiosi e parenti. Era stato, infatti, il ministro degli Esteri Angelino Alfano, con la circolare del 7 ottobre 2014, a chiedere ai prefetti di rivolgere invito formale ai sindaci di cancellare le trascrizioni procedendo «all'annullamento d'ufficio degli atti illegittimamente adottati». Oggi, però, arriva il colpo di scena che dà ragione alla linea adottata da Marino insieme ai sindaci di Milano, Bologna ed Empoli che, come Roma, avevano riconosciuto le unioni. La prima Sezione Ter del Tar del Lazio, cui hanno ricorso alcune delle coppie in questione, dopo aver effettuato una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, ha riaffermato che l'attuale normativa nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e quindi i loro matrimoni non sono trascrivibili nei registri dello stato civile. L'annullamento delle trascrizioni però ha anche chiarito, può essere disposto solo dai tribunali ordinari, e non da ministro e prefetto.

IL SINDACO DI ROMA: RENZI DEVE FARE DI PIÙ - Chiaramente soddisfatto il sindaco della capitale: «Per me non è assolutamente una sorpresa - spiega Marino-. D'altra parte sono un chirurgo, e prima di andare in sala operatoria controllo gli strumenti, infatti prima di fare le trascrizioni in Campidoglio abbiamo fatto una doverosa e diligente verifica di tutte le normative. Ho sempre ritenuto fosse un passo di civiltà importante, perché l'amore a Roma conta». E poi rilancia la questione al livello nazionale, e in particolare al premier: «Tutto questo deve ancora di più essere interpretato come uno stimolo al Parlamento - sottolinea il primo cittadino capitolino - ma lì sono certo che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi come ha detto in diverse occasioni provvederà a sollecitare egli stesso un percorso legislativo che sia accurato e che colmi il vuoto che in Europa esiste soltanto in Grecia e l'Italia».

SEL: ALFANO E IL PREFETTO SBUGIARDATI - «Similia cum similibus. I simili stanno con i simili, come il ministro Alfano e il prefetto che, nel Paese di Pulcinella, vengono sbugiardati dalla magistratura che mette in evidenza la loro totale incompetenza. Il caos regna sovrano tra chi fa le leggi, chi le conosce e chi le fa rispettare, nella totale assenza di certezza del diritto». Lo ha affermato in una dichiarazione Imma Battaglia, dirigente di Sel. «Come in tutta la comicitá - ha aggiunto- dietro questo paradosso si nasconde una incommensurabile tristezza, dove l'incompetenza gioca con la pelle delle persone. Intervenga immediatamente Renzi per chiedere, come prima, diretta e naturale conseguenza della sentenza del TAR, le dimissioni di Alfano e del prefetto, per dimostrare ai cittadini che questo Paese vuole cambiare rotta. Come seconda conseguenza, una legge nazionale sulle unioni civili, non più derogabile al fine di evitare queste pantomime».