11 dicembre 2024
Aggiornato 17:30
M5S risponde al Commissario UE per le politiche sull'Immigrazione

Brescia: L'Europa vuole trattare con i dittatori? Qual è la novità?

Il Commissario Ue degli Affari interni e alle politiche sull'immigrazione ha dichiarato che «Per affrontare alla radice il problema dei flussi migratori, l'Unione europea deve cooperare con le dittature dei Paesi d'origine dei migranti». A commentare le parole di Avramopoulos, il deputato grillino Giuseppe Brescia: «Servirebbero corridoi umanitari».

BARI - «L'Ue già coopera di fatto con diversi governi che hanno assetti democratici piuttosto dubbi, quindi non sarebbe una novità», ma il problema è che l'Unione europea dovrebbe «assumere un ruolo da protagonista rispetto a quello che è il destino di tante persone che, di fatto, stanno soffrendo in diverse parti del mondo». Giuseppe Brescia, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione inchiesta su Cie e Cara – in via di allestimento –, commenta, in un'intervista al DiariodelWeb.it, le dichiarazioni del Commissario Ue degli Affari interni e alle politiche sull'immigrazione, Dimitris Avramopoulos, secondo il quale «Per affrontare alla radice il problema dei flussi migratori, l'Unione europea deve cooperare con i Paesi di origine dei migranti, anche se a volte si tratta di dittature».

L'UE SIA PROTAGONISTA DEL DESTINO DEI MIGRANTI - «Che bisogna andare alla radice del problema noi lo diciamo da quando siamo entrati in Parlamento – afferma Brescia –. Cioè per problemi di carattere strutturale come sono i flussi di persone, ci servono soluzioni strutturali e non capate in aria o comunque spot propagandistici che poi non hanno dei risultati nella realtà. Rispetto alle dichiarazioni di Avramopoulos, lui ha parlato di cooperazione, ma bisogna capire cosa si intende: se, per esempio, si vogliono aumentare i fondi per la cooperazione in favore dei paesi in difficoltà, noi siamo assolutamente d'accordo. Tant'è che il Movimento 5 Stelle ha presentato una riforma in tal senso, indirizzata alla riduzione delle spese militari e all'incremento dei fondi destinati allo sviluppo delle aree a rischio. L'Ue già coopera, di fatto, con diversi governi che hanno assetti democratici piuttosto dubbi, quindi non sarebbe una novità. Anche in passato ci sono state delle collaborazioni, penso ad esempio a Berlusconi con Gheddafi, che però hanno portato a risultati molto negativi, quindi di fatto bisogna vedere di volta in volta, Paese per Paese, precisamente su quali temi si deve cooperare. Perché ogni Paese ha una situazione molto delicata e molto particolare e non si può fare un discorso di tipo generalista. Il discorso che si deve fare invece, e che soprattutto l'Unione europea deve fare, è quello di prendere veramente a cuore la questione delle tensioni internazionali e assumere un ruolo da protagonista rispetto a quello che è il destino di tante persone che, di fatto, stanno soffrendo in diverse parti del mondo».

SERVE CENSIMENTO DELLA CAPACITA' DI ACCOGLIENZA - «L'Unione europea – continua il deputato grillino – nasce proprio per quei valori di pace che, però, non possono essere considerati soltanto all'interno dei propri confini. L'Unione europea per forza di cose deve confrontarsi nello scenario mediterraneo e, quindi, tutto ciò che sta avvenendo nel Nord Africa e in Medio Oriente gli riguarda da vicino e la questione dovrebbe essere affrontata in modo molto più serio di quanto non si faccia». Come? «Se ci sono centinaia di migliaia di persone che scappano dalla guerra – quindi stiamo parlando di rifugiati, potenziali richiedenti asilo politico – non sarebbe male pensare a dei corridoi umanitari, sicuri e legali, per andare a prendere queste persone, direttamente nei Paesi d'origine. Sarebbe interessante fare un censimento della capacità di accoglienza reale dei Paesi europea. Noi, per esempio, in Italia, abbiamo un sistema assurdo – un sistema assolutamente inadeguato, che proviene da decenni di politica sbagliata – di accoglienza (tra molte virgolette) che fa degli immigrati una merce. Lo abbiamo visto con Mafia Capitale, caso emblematico di come i partiti e la criminalità organizzata sfruttino lo stato di necessità di queste persone per soldi. Dovremmo pensare a soluzioni ben diverse, che vedano il coinvolgimento di tutti gli Stati europei. Parlando con delle associazioni umanitarie, loro hanno fatto proposte di questo tipo e hanno fatto delle stime riguardo la capacità di accoglienza: la Germania, ad esempio, accogliere addirittura 60mila ulteriori migranti, mentre l'Italia non è stata presa in considerazione. Perché giustamente se si vedono le condizioni dei Cara sono in condizioni pietose, al limite della lesione dei diritti umani».

COLPA DELLA BUROCRAZIA - Cosa andrebbe fatto? «Il sistema così come è oggi andrebbe ribaltato. Bisogna pensarne uno nuovo completamente diverso – afferma Brescia –. La burocrazia è uno dei problemi più grandi. Anche i tempi a cui sono costrette queste persone sono inaccettabili. I Cara dovrebbero ospitarli per poche settimane, e, invece, succede che restano lì per mesi». Si parla ancora di speculazione: «avere quelle persone lì per tanto tempo significa, per le cooperative 'affiliate' è un business incredibile, perché ogni giorno sono soldi che non si tramutano in servizi a queste persone». Le condizioni sono assolutamente precarie. È un circolo vizioso: dalla burocrazia che avalla questo meccanismo 'mafioso' alle richieste di respingimento dei migranti. «Noi lo diciamo sempre che per risolvere i problemi, servirebbero delle persone oneste nei posti giusti – sarà pure uno slogan del Movimento 5 Stelle, ma noi ci crediamo fortemente. Soltanto così possiamo mettere mano alle questioni senza mettere mano alle situazioni senza avere la preoccupazione di pensare a chi stiamo favorendo o sfavorendo all'esterno. Se delle persone che hanno a cuore la risoluzione del problema si mettono ad affrontarlo seriamente alla radice, si può parlare di qualcosa di serio, ma non con i partiti. L'abbiamo visto con Roma il cui modello sarà replicato in tutti i Comuni d'Italia in cui sono presenti i Cara – e noi faremo delle indagini e a proposito di questo colgo l'occasione per fare un appello al Parlamento che ha deliberato la creazione di questa Commissione di inchiesta su Cara e Cie, che, però, non vede assolutamente la luce. Prima parte la Commissione e prima riusciamo a capire come funzionano anche gli altri centri Cara e Cie, non soltanto di Roma», conclude il deputato Brescia.