24 aprile 2024
Aggiornato 00:30
L'appello del Pontefice

Il Papa alla cooperative: «Sono gli uomini che comandano sul capitale»

Giusti salari, rifiuto del lavoro nero, spazio ai giovani disoccupati e alle donne, solidarietà innanzi tutto, anche nel campo della sanità ospedaliera. Sono alcuni dei punti toccati da Papa Francesco, che stamane ha rivolto un appassionato discorso - inframezzato di non pochi passaggi a braccio - rivolto ai membri della confederazione cooperative italiane.

CITTÀ DEL VATICANO - Giusti salari, rifiuto del lavoro nero, spazio ai giovani disoccupati e alle donne, solidarietà innanzi tutto, anche nel campo della sanità ospedaliera. Sono alcuni dei punti toccati da Papa Francesco, che stamane ha rivolto un appassionato discorso - inframezzato di non pochi passaggi a braccio - rivolto ai membri della confederazione cooperative italiane.

«Non è facile parlare di denaro. Diceva Basilio di Cesarea, Padre della Chiesa del IV secolo, ripreso poi da san Francesco d'Assisi, che 'il denaro è lo sterco del diavolo'», ha detto Jorge Mario Bergoglio. «Lo ripete ora anche il Papa: 'il denaro è lo sterco del diavolo'! Quando il denaro diventa un idolo, comanda le scelte dell'uomo. E allora rovina l'uomo e lo condanna. Lo rende un servo. Il denaro a servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale. Per questo vi dico che fate bene - e vi dico anche di farlo sempre più - a contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione. Fate bene, vi dico, perché, nel campo in cui operate, assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni di mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare. Lottate contro questo! Ma come lottare? Con le parole, solo? Con le idee? Lottate con la cooperazione giusta, quella vera, quella che sempre vince». In particolare, «tuttora, in diverse diocesi italiane, si ricorre ancora alla cooperazione come rimedio efficace al problema della disoccupazione e alle diverse forme di disagio sociale. Oggi è una regola, non dico normale, abituale? ma tanto spesso si vede: 'Tu cerchi lavoro? Vieni, vieni in questa ditta'. 11 ore, 10 ore di lavoro, 600 euro. 'Ti piace? No? Vattene a casa'. Che fare in questo mondo che funziona così? Perché c'è la coda, la fila di gente che cerca lavoro: se a te non piace, a quell'altro piacerà. E' la fame, la fame ci fa accettare quello che ci danno, il lavoro in nero... Io potrei chiedere, per fare un esempio, sul personale domestico: quanti uomini e donne che lavorano nel personale domestico hanno il risparmio sociale per la pensione?».

Svariate le raccomandazioni indirizzate dal Papa alle cooperative: «Il pensiero corre innanzitutto ai giovani, perché sappiamo - ha detto Jorge Mario Bergoglio - che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata - pensiamo, in alcuni Paesi d'Europa, il 40, 50 per cento - distrugge in loro la speranza. Ma pensiamo anche alle tante donne che hanno bisogno e volontà di inserirsi nel mondo del lavoro. Non trascuriamo gli adulti che spesso rimangono prematuramente senza lavoro. 'Tu che cosa sei?' - 'Sono ingegnere' - 'Ah, che bello, che bello. Quanti anni ha?' - '49' - 'Non serve, vattene'. Questo accade tutti i giorni. Oltre alle nuove imprese, guardiamo anche alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che ai vecchi padroni conviene lasciar morire e che invece possono rivivere con le iniziative che voi chiamate 'Workers buy out', 'empresas recuperadas', nella mia lingua, aziende salvate. E io, come ho detto ai loro rappresentanti, sono un tifoso delle empresas recuperadas!».

«Realizzare la conciliazione, o forse meglio l'armonizzazione tra lavoro e famiglia - ha detto il Papa - è un compito che avete già avviato e che dovete realizzare sempre di più. Fare questo significa anche aiutare le donne a realizzarsi pienamente nella propria vocazione e nel mettere a frutto i propri talenti. Donne libere di essere sempre più protagoniste, sia nelle imprese sia nelle famiglie!».

Ancora, «come sarebbe bello se, partendo da Roma, tra le cooperative, alle parrocchie e agli ospedali, penso al 'Bambin Gesù' in particolare, potesse nascere una rete efficace di assistenza e di solidarietà. E la gente, a partire dai più bisognosi, venisse posta al centro di tutto questo movimento solidale: la gente al centro, i più bisognosi al centro. Questa è la missione che ci proponiamo!».

Tra gli altri incoraggiamenti, anche uno che «forse vi sorprenderà! Per fare tutte queste cose ci vuole denaro! Le cooperative in genere non sono state fondate da grandi capitalisti, anzi si dice spesso che esse siano strutturalmente sottocapitalizzate. Invece, il Papa vi dice: dovete investire, e dovete investire bene! In Italia certamente, ma non solo, è difficile ottenere denaro pubblico per colmare la scarsità delle risorse. La soluzione che vi propongo è questa: mettete insieme con determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone. Collaborate di più tra cooperative bancarie e imprese, organizzate le risorse per far vivere con dignità e serenità le famiglie; pagate giusti salari ai lavoratori, investendo soprattutto per le iniziative che siano veramente necessarie».

«Grazie per questo incontro con voi e con la realtà che voi rappresentate - ha detto il Papa - quella della cooperazione. Le cooperative sfidano tutto, sfidano anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre! E in cooperativa, un fallimento è mezzo fallimento. Questo è il bello delle cooperative!».