23 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Il senatore Ncd contro chi polemizza con ministri e forze dell'ordine

Giovanardi: se la prendono con Alfano e dimenticano i terroristi

In un'intervista a DiariodelWeb.it, il Senatore Carlo Giovanardi commenta gli ultimi sviluppi sulla questione sicurezza, che vedono il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel mirino delle proteste: «Gli italiani hanno il vizio di polemizzare contro chi ha il dovere di difenderli».

ROMA - «Dovremmo prendercela ed accanirci contro terroristi, assassini e fanatici, non polemizzare nei confronti di chi dovrebbe proteggerci». Commenta così, Carlo Giovanardi – in u'intervista rilasciata a DiariodelWeb.it – gli ultimi sviluppi sulla questione sicurezza, che vedono il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel mirino delle proteste: «Questa è la mia scuola di pensiero, ma c'è un vizio specialmente in Italia di far polemica: i nostri nemici sono i terroristi, non sono i carabinieri né la polizia, né i servizi né il Ministro degli Interni. Sono polemiche a dir poco pretestuose».

IL BRUTTO VIZIO DEGLI ITALIANI - Nei giorni scorsi, lo stesso Alfano avvertiva che «la Francia è unita, dopo l'attentato, persino Marine Le Pen si è richiamata all’unità nazionale. In Italia già si fanno polemiche sulla sicurezza. Significa che da noi la piccineria prevale». Dello stesso parere è Giovanardi, che continua: «Abbiamo visto in questi giorni che la Francia s'è unita, lo stesso per gli Stati Uniti. Con i fatti de 11 settembre, l'America si è stretta attorno alla bandiera in una reazione contro gli attentatori. In Italia, invece, ci sono le polemiche preventive sul ministro degli interni, sulle cose che andrebbero fatte: mi sembra un atteggiamento totalmente fuori luogo».

IL RISCHIO ZERO NON ESISTE - Il ministro dell'Interno – al termine del vertice straordinario di Parigi cui hanno aderito gli undici ministri dell'Interno dei Paesi europei più toccati dal fenomeno dei 'foreign fighters' – affermava che «il rischio zero non esiste». Schengen non va modificato: «Vanno certamente controllate le frontiere e quindi siamo d’accordo nel rafforzare il sistema di informazione di Schengen», sostiene Alfano, ma «non siamo disposti ad arretrare su queste conquiste di libertà per dare soddisfazione ai populisti». È necessario, secondo il ministro dell'Interno, poter tracciare chi entra e chi esce dalle frontiere: «Occorre condividere le informazioni prima degli eventi. Costituire un gruppo, un comitato che si riunisca a cadenza fissa per scambiarsi opinioni e informazioni e per rappresentarsi il rischio reale che ognuno avverte nel proprio Paese», quindi «trovare una soluzione urgente con il Parlamento europeo per il Passenger name record (Pnr). E’ importante che sia considerata una priorità» .

ROMA NEL MIRINO? - Mentre intelligence e governo comunicano che «non esiste, allo stato, alcuna minaccia concreta, imminente, specifica», Stati Uniti e Israele avvertono che il Vaticano è nel mirino dell'Isis. Nella notte tra domenica e lunedì – come riporta La Repubblica – la nostra diplomazia e la nostra Polizia di Prevenzione hanno cercato un rispondenza tangibile all'allarme lanciato da Stati Uniti e Tel Aviv, con risultati, però, negativi. Ma la questione appare più confusa e sconnessa di quanto si possa immaginare: intelligence e servizi segreti non riescono a colmare un vuoto di informazioni precise, impossibili da decifrare con chiarezza e l'unica mossa attuabile è quella della 'prevenzione passiva'. La Città Eterna è stata frazionata in «sei quadranti» sensibili, in cui la misure di sicurezza sono state triplicate. Il Pontefice ieri è partito per un viaggio nello Sri Lanka e nelle Filippine e il dispositivo di sicurezza garantito all'aeroporto di Fiumicino era paragonabile a quello disposto nei giorni successivi all'11 settembre.

IL RISCHIO EMULATIVO - E l'11 settembre francese ha fatto sì che l'intelligence mondiale si focalizzasse sulla realtà di un estremismo islamico fatto di 'self starters' o 'lupi solitari', per riprendere il concetto espresso da Carlo Bonini su La Repubblica. L'«altissimo rischio emulativo» è la minaccia più grande che i Paesi europei cercano di fronteggiare in queste ore, con proposte che vanno dalla revisione dello spazio Schengen – difeso da Alfano e Merkel – al 'Pnr', «il database che darebbe alle polizie e ai servizi europei la possibilità di tracciare e conservare i dati personali dei milioni di passeggeri che ogni anno entrano ed escono dai Paesi dell'Unione».