28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
La denuncia a Bruxelles

Brunetta: «Renzi ha taroccato i conti»

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha inviato questa mattina al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e al vice-presidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività un'articolata lettera tecnico-politica per denunciare gli imbrogli della Legge di stabilità di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan.

ROMA - Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha inviato questa mattina al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e al vice-presidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività, Jyrki Katainen, un'articolata lettera tecnico-politica per denunciare gli imbrogli della Legge di stabilità di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan, ai fini di una corretta valutazione della stessa da parte della Commissione europea in vista del suo giudizio, previsto per il 24 novembre, «con il rischio concreto - sottolinea il capogruppo azzurro a Montecitorio - dell'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia».

BONAFÈ: BRUNETTA RIDICOLO - A rispondere all'azione azzardata del capogruppo di Forza Italia è Simona Bonafè, eurodeputata del Pd, che in una nota scrive: «Brunetta che scrive a Juncker e a Katainen una lettera 'tecnico politica' sulla legge di stabilità italiana è un fatto ridicolo. Brunetta ha la memoria corta. Nel 2011, quando era ministro della Pubblica Amministrazione, arrivò una pesante lettera di richiamo dell'UE per le miopi politiche economiche portate avanti da quell'esecutivo, le cui conseguenze sono ancora sotto gli occhi di tutti e di cui ancora il paese sta pagando un prezzo molto caro». E ancora: «Quella di Brunetta è la mossa di chi ormai è costretto a mettere a repentaglio gli interessi nazionali del suo Paese pur di avere un minimo di visibilità, dopo che il suo stesso partito lo ha messo nell'angolo», conclude Bonafè.

CON BERLUSCONI CONTI IN ORDINE - Il presidente dei deputati di Forza Italia, però, non lascia di certo cadere l'attacco così e afferma «L'onorevole Simona Bonafè dovrebbe studiare e documentarsi con maggiore attenzione. Nel 2011 non arrivò nessuna 'pesante lettera di richiamo dell'Ue per le miopi politiche economiche portate avanti' dal nostro esecutivo, come invece sostiene la sbadata europarlamentare democratica». E continua, Brunetta nel contrattacco all'europarlamentare del Pd: «Ecco la cronologia dei fatti di quel 2011. Il 23-24 giugno il Consiglio europeo approva il Def del governo Berlusconi: i conti pubblici sono in ordine. In luglio e agosto si scatena la speculazione finanziaria che prende di mira il nostro debito sovrano, e la Bce (il 5 agosto) scrive una lettera a doppia firma Trichet-Draghi (il primo ancora in carica, il secondo solo nominato). Alla lettera della Bce il governo risponde con la manovra di agosto. Non ci sono successivamente altri richiami da parte dell'Unione europea, ma solo una lettera di impegni del governo italiano (del 26 ottobre) ai presidenti della Commissione e del Consiglio europeo - puntualizza Brunetta -. Lettera di impegni per riforme economiche e sociali accolta con plauso la sera stessa del 26 ottobre 2011 dal Consiglio europeo. Impegni in gran parte realizzati con provvedimenti inseriti nella legge di stabilità»

BONAFÈ SI VERGOGNI - «Prima di parlare l'onorevole Bonafè dovrebbe avere il buon gusto di studiare. Se vuole le mando qualche libro per documentarsi, o le consiglio qualche seminario di formazione sui fatti del 2011, anzi mi offro per darle alcune lezioni private - insiste il capogruppo azzurro -. Questi esponenti renziani sono giovani, ed io buono di cuore. Dopo questo svarione, frutto di ignoranza crassa e pregiudizio ideologico degno di miglior causa, l'onorevole Bonafè dovrebbe chiedere scusa, e magari vergognarsi anche un po', solo un pò. Un'ultima richiesta a Matteo Renzi: ma non ha proprio nessun altro a disposizione, un po' più attrezzato della giovane Bonafè, per interloquire e ribattere agli avversari politici?».