7 novembre 2024
Aggiornato 02:00
Unioni civili si o no?

Marino: vado avanti sui matrimoni gay

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, torna sulle polemiche scaturite dalla registrazione in Campidoglio dei matrimoni di sedici coppie gay avvenuti all'estero. «Ritengo di aver operato legittimamente trascrivendo gli atti di matrimonio in questione. Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all'estero - ha spiegato Marino - non è una minaccia».

ROMA - Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, torna sulle polemiche scaturite dalla registrazione in Campidoglio dei matrimoni di sedici coppie gay avvenuti all'estero. «Ritengo di aver operato legittimamente trascrivendo gli atti di matrimonio in questione. Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all'estero - ha spiegato Marino - non è inesistente e non costituisce minaccia per l'ordine pubblico».

MARINO: NON DISCRIMINO LE COPPIE GAY - «La non trascrizione di quegli atti per via dell'orientamento sessuale delle coppie, sarebbe stata un atto palesemente discriminatorio, violando l'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Questo è quanto comunicato al Prefetto con una lettera, in risposta alle sue note ufficiali dei giorni scorsi. La nostra - ha continuato Marino - è una posizione di legalità che vogliamo mantenere ben salda e che abbiamo ribadito questa mattina ai due Vice-Prefetti di Roma che da circa 5 ore sono diligentemente impegnati in Campidoglio nell'esame accurato della documentazione dei 16 atti di trascrizione».

I RAPPORTI COL PREFETTO SONO OTTIMI - «Ieri ci siamo semplicemente salutati perche' io entravo a Palazzo Valentini per presiedere il primo consiglio della Città Metropolitana. I rapporti con il prefetto sono assolutamente ottimi. Certamente io ho compiuto un atto che non è rivoluzionario ma è una trascrizione di documenti che sono stati scritti in altri paesi della Comunità europea o nel Nord America. Il Prefetto risponde a un invito del ministro dell'Interno». Così il sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino a margine dell'inaugurazione di una scuola a Casal Monastero a chi gli chiedeva dell'incontro avuto ieri con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro a seguito della decisione del sindaco di trascrivere i matrimoni di alcune coppie omosessuali che ha incontrato il parere negativo del prefetto. A chi gli chiedeva se pensa di fare ricorso alla Corte europea dei diritti umani, il sindaco Marino ha risposto: «in questo momento l'Avvocatura del Campidoglio sta studiando gli aspetti giuridici, ma per me quello che conta di più come sindaco sono gli aspetti della vita della mia comunità».

LA RIVOLTA DEI VESCOVI - La trascrizione delle nozze gay nelle anagrafi comunali è un atto, già realizzato a Udine e Pordenone e annunciato a Trieste, «irresponsabile» e «arbitrario». Un superficiale e ambiguo travisamento della famiglia. Lo affermano, in un messaggio pastorale pubblicato sui settimanali diocesani «la Vita Cattolica», «Il Popolo» e «Vita Nuova», i Vescovi di Udine, Concordia-Pordenone e Trieste. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, mons. Giampaolo Crepaldi e mons. Giuseppe Pellegrini, rilevano «la sofferenza per certi travisamenti della realtà della famiglia e del matrimonio recentemente sostenuti da rappresentanti di istituzioni pubbliche. Ci riferiamo in particolare - scrivono i vescovi - ai sindaci di alcuni comuni italiani che hanno dato vita ad iniziative non rispettose degli ambiti del loro potere, finalizzate alla trascrizione nel registro dello stato civile di un matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrato all'estero». Secondo i vescovi, queste iniziative "hanno lo scopo di forzare la legislazione nazionale sui temi relativi ai cosiddetti 'nuovi diritti' e l'intento di condizionare l'opinione pubblica».