17 gennaio 2025
Aggiornato 06:00
Al via il Governo UE Juncker

Renzi: «Punto tutto sulla nuova Commissione UE»

Il premier, Matteo Renzi, in un intervento alla Camera, si dice fortemente fiducioso nella nuova Commissione europea, guidata dal lussemburghese Jean-Claude Juncker: «Cambieranno le poltrone, ma anche la politica». Renzi invita gli italiani a smettere di vedere nell'Europa la «matrigna cattiva», accettando, invece, di considerarla come «casa nostra».

ROMA - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in occasione di un intervento ala Camera dei deputati, ha posto attenzione  alla notizia del giorno: l'elezione della nuova Commissione europea, con presidente Juncker. Il premier ha affermato che l'Italia «è molto soddisfatta del percorso svolto fino ad oggi» e dei «passi avanti rilevanti» compiuti dalla discussione in Europa, ma «l'Eurozona e l'Italia ancora soffrono le conseguenze di una linea politica che ha privilegiato rigore e austerità invece di crescita e occupazione». E sottolinea ancora, il premier, che la richiesta di più attenzione sulla crescita «non è più il grido di dolore di un Paese o di Paesi in difficoltà».

LA FIDUCIA IN JUNKER - Matteo Renzi ha evidenziato che, seppur «con i tempi tipici dell'Europa», «siamo arrivati al punto di rilevanti passi in avanti», passando «in questi 4 mesi dalla discussione sulle virgole, a quella sulla possibilità di usare o meno la parola crescita» all'accettazione da parte di tutti di focalizzarsi sulla crescita: progressi «che dovranno concretizzarsi con il lavoro di Juncker, su cui saremo inflessibili custodi della attuazione del piano di investimenti». Perché «la fiducia nel futuro necessità di atti concreti sulla crescita e sugli investimenti». In relazione a ciò, il premier afferma di essere «contento che si sia allargata la discussione di venerdì al presidente della Bei, che deve assumersi qualche responsabilità in più: è utile avere la tripla A se l'Europa cresce, ed è utile averla non soltanto sul settore finanziario ma sugli investimenti nel domani».

L'EUROPA NON È LA MATRIGNA CATTIVA - Nel corso delle comunicazioni in Aula alla Camera in vista del consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, Matteo Renzi invita tutti a credere di più nelle potenzialità dell'Europa e a smetterla di vedere nell'Ue un nemico: «Bisogna uscire dalla filosofia per cui l'Europa smette di essere casa nostra e diventa una matrigna cattiva» e «ci condanna a vederla solo come un potenziale rischio e pericolo: questo è il punto centrale che deve caratterizzare la nuova commissione e i rappresentati italiani». Continua, il presidente del Consiglio: «Sono poco diplomatico - ha sottolineato il premier - quando dico che il dibattito politico, mediatico e culturale a proposito dell'Europa sconta una sorta di pregiudizio che ci autoinfliggiamo: basta che un vice addetto stampa a Bruxelles rilasci una dichiarazione dicendo che qualcosa va fatto meglio e il giorno dopo i titoli sui giornali ma anche le dichiarazioni di noi addetti alla politica gridino allo scandalo con 'L'Europa ci chiede, l'Europa ci impone'. Non è colpa dell'Europa ma nostra. l'Europa diventa per nostra colpa e responsabilità un luogo terzo e lontano tendenzialmente austero e qualche volta persino troppo cattivo che ci viene a giudicare».

L'EUROPA HA BISOGNO DELL'ITALIA - Da questo punto di vista, ha proseguito Renzi, è «emblematico il genere letterario della lettera che sta suscitando l'entusiasmo di una parte di noi e dei media: è naturale che per le nuove procedure, quando mandi la legge di stabilità, l'Europa intesa come commissione verifichi i punti sui quali ritiene di dover individuare eventuali scostamenti. Si tratta di un percorso naturale immaginato dalle nuove regole europee. Eppure basta che si evochi questo per dire che l'Ue boccia la manovra. L'Europa ha bisogno dell'Italia che aiuti la discussione sui contenuti e faccia sentire con forza, coraggio, dignità che sta compiendo riforme più di chiunque altro».

CAMBIANO LE POLTRONE, CAMBIA LA POLITICA EUROPEA - Matteo Renzi si dice ottimista e fortemente fiducioso che questa nuova Commissione possa cambiare le sorti dell'Europa, e, quindi, dell'Italia: «Una volta che dalla settimana prossima a Bruxelles saranno cambiate le poltrone, dal giorno dopo cambierà la politica europea. Sarà un'Europa dei popoli e non della tecnocrazia e l'Italia deve rivendicare di starci dentro a testa alta»