Napolitano: Avanti con le riforme
Sedute a oltranza fino all'8 agosto, dalle 9,30 alle 24, domeniche comprese: questa la terapia d'urto imposta da Renzi per accelerare il processo delle riforme ed evitare che slitti tutto a settembre. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interviene dando un sostegno pieno al ddl Boschi, mentre Grillo accusa il governo di un ritorno al fascismo.
ROMA - Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l'istituzione più alta e autorevole dello Stato italiano, prende la parola per difendere le riforme costituzionali. Come aveva già fatto solo qualche giorno fa, ha ribadito la necessità di andare avanti con il superamento del bicameralismo e ha lanciato un appello affinché non si abbassino i toni e non si agitino "spettri di autoritarismo" contro chi ha proposto la riforma.
Napolitano: Avanti con le riforme - Durante il tradizionale incontro pre-estivo con la stampa parlamentare per la cerimonia del Ventaglio al Quirinale, Napolitano ha puntigliosamente ricordato che l'iniziativa del governo è arrivata su richiesta del Parlamento e che l'anomalia del Senato italiano era già stata denunciata all'indomani dell'assemblea costituente che fece nascere la nostra Carta. Infine il Presidente ha lodato la ricerca di "ampie convergenze" da lui sempre auspicata, da parte dei relatori e del governo che ha dato spazio a modifiche ed emendamenti in commissione. «Non c'è stata improvvisazione nè improvvida frettolosità» nell'esame della riforma costituzionale, ha precisato. Dal Colle è così arrivato un sostegno pieno al progetto del ddl Boschi su cui Renzi non sembra voler cedere di un millimetro.
Renzi: Non ci fermeremo - Il presidente del Consiglio è tornato ad accusare i 'frenatori' della riforma: «le immagini di chi vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme in Italia sono le immagini di chi pensa che si possa andare avanti così. Per cambiare l'Italia bisogna fare le riforme e le faremo», ha assicurato Matteo Renzi lanciando un'offensiva anche sui social network: «#mentreloro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro", è il tweet del presidente del Consiglio che poi ha aggiunto: «sulle riforme si gioca la credibilità della politica, ma noi abbiamo preso il 41% per cambiare il Paese" e "il governo è determinato a farlo».
All'inseguimento del "canguro" e della "ghigliottina" - La determinazione di palazzo Chigi spiega la 'soluzione' trovata oggi in conferenza dei capigruppo per cercare di combattere l'ostruzionismo delle opposizioni, che rischia di far slittare il voto a settembre: sedute a oltranza fino all'8 agosto, dalle 9,30 alle 24, domeniche comprese. Un tour de force che non si era mai visto neanche per le finanziarie di un tempo. In realtà la maggioranza avrebbe voluto che Sel e dissidenti vari ritirassero gli emendamenti ostruzionistici, in tutto sono 7800, lasciando in vita solo quelli su cui eventualmente aprire una trattativa, ma la risposta è stata un secco "no" e un dibattito lungo un'ora, con la presentazione di decine di proposte alternative, per far approvare il nuovo calendario. Come suggeriscono Fi e Ncd, il governo deve trovare una soluzione politica oppure procedere, come ha preannunciato Luigi Zanda, all'uso delle tecniche previste dal regolamento per accelerare il dibattito: si parla del cosiddetto 'canguro' ossia la riduzione delle votazioni su argomenti o emendamenti simili. Non è escluso nemmeno il contingentamento dei tempi della discussione, quella che volgarmente viene chiamata 'ghigliottina'.
Grillo: E' un ritorno al fascismo - Al momento insomma il muro contro muro va avanti, alimentato dall'esterno anche da Beppe Grillo, che ha accusato Renzi di fascismo: «tra l'Italia di oggi e quella del 1924 esistono molte e impressionanti analogie - ha scritto il fondatore M5S -. L'esito potrebbe essere lo stesso, la fine della democrazia, con al posto del fascismo, un sistema che comprende tutte le forze del Paese che vogliono conservare i loro privilegi e tenere a distanza di sicurezza la volontà popolare: criminalità organizzata, piduisti, istituzioni deviate, partiti».
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