13 dicembre 2024
Aggiornato 00:30
Conti pubblici

Brunetta: «Servirà una manovra da 25 miliardi»

Il Presidente dei Deputati di Forza Italia: «Renzi esulta ma non ha motivi per gioire, ha vinto nuovamente la Cancelliera tedesca. Malgrado l'accodo (chiamiamolo così) sulla flessibilità, le raccomandazioni del Consiglio europeo rigettano di fatto la richiesta del governo italiano di rinviare il pareggio di bilancio strutturale al 2016 e come se non bastasse sono più rigide di quelle di inizio giu

ROMA - «Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, torna buggerato e felice dal Consiglio europeo. Una beffa per l'Italia, ma con promesse d'amore della Merkel, che lo preferisce a tutti gli altri premier europei. Risultati pratici? Neanche la capocchia di uno spillo. Renzi esulta ma non ha motivi per gioire, ha vinto nuovamente la Cancelliera tedesca. Malgrado l'accodo (chiamiamolo così) sulla flessibilità, le raccomandazioni del Consiglio europeo rigettano di fatto la richiesta del governo italiano di rinviare il pareggio di bilancio strutturale al 2016 e come se non bastasse sono più rigide di quelle di inizio giugno». E' quanto afferma Renato Brunetta, presidente dei Deputati di Forza Italia.

C'è poco da festeggiare
«La verità - sostiene Brunetta - è che gli spazi di flessibilità per l'Italia sono esauriti: il premier li ha già usati tutti per il suo imbroglio degli 80 euro, per vincere le elezioni. C'è poco da festeggiare quindi. Tanto più che l'Europa ha detto chiaramente al nostro governo che: 1) pur riconoscendo tutta la flessibilità possibile, il 3% deve essere rispettato, e per farlo occorrerà in autunno una manovra correttiva da almeno 25 miliardi di euro sul gobbo degli italiani; 2) per avere questa tanto sbandierata flessibilità, già utilizzata dall'Italia, non si può prescindere dalle 8 raccomandazioni del 2 giugno».

La Merkel ci fa viola
Prosegue Brunetta: «E per fortuna che il presidente del Consiglio avrebbe imposto agli atri partners il suo metodo: prima i contenuti e poi i nomi. Il nostro premier dice di aver avallato la nomina di Jean Claude Juncker a capo della Commissione europea perché 'c'era un documento'. Ebbene, ricordiamo a Renzi, forse ancora ai suoi primi appuntamenti europei e per questo inesperto, che un documento (chiamato, appunto, 'Conclusions') si approva al termine di tutti i consigli europei. Banale routine, insomma. Soprattutto nel 'testo pro-Juncker' non c'è alcun provvedimento, neanche minimo, che dia all'Italia quanto le spetta. Peggio di così... E allora perché ha detto sì? La Merkel è potente, e veste i colori della Fiorentina, suscitando entusiasmo in Renzi. In effetti ci fa viola, peggio che con Monti».

Nulla pure sul fronte immigrazione
A giudizio dell'esponente di Fi, l'Italia poi «deve subire l'umiliazione anche sul tema immigrazione. Tacendo e contraddicendo gli accordi del Consiglio europeo di fine 2013, non c'è nel documento pro-Juncker alcun cenno su un cambiamento di rotta europeo sulla immigrazione e sui profughi. Era stata prefigurata una modifica dei trattati di Dublino, per consentire finalmente, con regolare visto dai Paesi di primo approdo, il trasferimento dei profughi nei Paesi delle loro aspirazioni. Arrivano tutti in Italia e non possono uscirne. Renzi non ottiene nulla, ma forse non l'ha nemmeno chiesto, tutto preso dalle moine con la Merkel».

Passare dalle parole ai fatti
Insomma, è la conclusione di Brunetta, «sconfitta su tutti i fronti. Situazione assurda. Situazione da statarello sudamericano col dittatorello che ammansisce le masse con la retorica e l'illusione di una grandezza di cartapesta. A noi sempre apparsa tale. L'Europa ha già concesso a Renzi una lunga luna di miele, per avere la legittimazione popolare che gli mancava. Ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti. E se l'Europa, ce lo hanno dimostrato questi amari giorni, non accetta di essere sbeffeggiata, non lo accettano tantomeno gli italiani».