«La nostra sopravvivenza come paese industriale è a rischio più di prima»
RP | Il presidente degli industriali Squinzi: «La risalita sarà lunga e lenta, il Pil non tornerà ai valori del 2007 prima del II trimestre del 2021». Sulla legge di stabilità: «Il nostro giudizio non è certamente positivo, si è ricalcato un po' il metodo del passato». Letta: «Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno stampa moneta, e Confindustria dovrebbe saperlo»
ROMA - «La nostra sopravvivenza come paese industriale è ancora a rischio, lo è più di prima». A lanciare l'allarme è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, chiudendo i lavori del convegno del Centro studi Confindustria (Csc).
RISALITA SARA' LUNGA E DURA - «Non c'è nessun Paese dentro e fuori l'Europa in cui le lancette dell'economia - ha detto Squinzi - siano tornate così indietro a causa della crisi. Nessuno può con ragionevole certezza affermare che da qui potremmo risalire la china e che lo potremmo fare in fretta», ha aggiunto. Ecco perché «al governo e alla politica diciamo - ha sottolineato Squinzi con forza - che bisogna agire con coraggio e rapidità perché ogni giorno perso vuol dire far morire le imprese e lasciare persone senza lavoro».
1 ANNO PERSO CON RINVII - Secondo il presidente dei Confindustria, «oltre un anno è stato perso, rischiamo di tornare alla casella di partenza in uno strano gioco dell'oca in cui si torna sempre a capo. Rinvii e tatticismi non sono più ammessi, l'auspicio è che la sosta natalizia suggerisca a tutti una riflessione profonda su vere urgenze Paese».
L STABILITA' BOCCIATA - La legge di stabilità «non è sufficiente» per la ripresa dell'economia italiana. «Qualche elemento positivo c'è - ha detto Squinzi - ma certamente non è quello che ci aspettavamo e pensiamo che non sia sufficiente per far ripartire il Paese. Il nostro giudizio non è certamente positivo, si è ricalcato un po' il metodo del passato».
GRANDI INCOGNITE - Il numero uno di Viale dell'Astronomia ha ricordato: «Il nuovo anno è alle porte e non sarà più semplice solo perché abbiamo toccato il fondo, le incognite restano grandi. La risalita sarà lunga e lenta, il Pil non tornerà ai valori del 2007 prima del II trimestre del 2021».
VERITA' STA NEI NUMERI - «Di fronte a questi dati - ha aggiunto - essere accusati di pessimismo mi sembra un non senso. Non riesco ad arrendermi al declino di un Paese che sembra smarrirsi ogni giorno di più», ha sottolineato il leader degli industriali, auspicando una «politica che dia una chiara guida anziché generare incertezze e ansie». Del resto, ha concluso sul punto «il presidente Letta, nel suo primo discorso al Parlamento, disse di voler usare linguaggio sovversivo della verità e la verità sta nei numeri».
BENE RENZI SU ART 18 - Squinzi ha poi commentato la proposta del segretario del Partito democratico (Pd), Matteo Renzi, di abolire l'articolo 18 dello statuto dei Lavoratori per i neo assunti: «Sicuramente è una proposta che va nella direzione giusta. Anche se, dal mio punto di vista, non è sufficiente - ha aggiunto - perché per assumere bisogna prima creare le condizioni per avere lavoro, solo così si possono fare delle assunzioni. Altrimenti rimane un provvedimento sulla carta».
LETTA, HO FATTO SCENDERE SPREAD - Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha risposto alle critiche di Confindustria alla legge di stabilità al suo arrivo al Consiglio europeo, oggi a Bruxelles, ricordando che la tenuta dei conti pubblici, di cui è responsabile, ha permesso la discesa dei tassi di interesse, con la riduzione dello «spread», che è una delle condizioni per la crescita.
MIA RESPONSABILITA' E' EQUILIBRIO - «Io ho la responsabilità di tenere in equilibrio la barca, e voglio - ha detto Letta ai cronisti - che ci siano gli strumenti per la crescita, ma senza sfasciare i conti pubblici. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno stampa moneta, e Confindustria dovrebbe saperlo». Ci vogliono le condizioni per la crescita, ha insistito il premier, e tra queste, in particolare, «tassi di interesse bassi e tasse basse».
TASSE DOVREBBERO SCENDERE - Con gli «spread», ha sottolineato Letta «siamo arrivati a 219 punti, il punto più basso da due anni e mezzo a questa parte», e «la legge di stabilità - ha concluso - dovrebbe servire a far scendere le tasse».
FAVOREVOLE A CONDIZIONALITA' - Quindi Letta ha annunciato che l'Italia è a favore dei cosiddetti «accordi contrattuali», il nuovo sistema di incentivi finanziari in cambio dell'attuazione delle riforme economiche richieste ai paesi Ue, ribattezzati «partenariati per la crescita l'occupazione e la competitività».
«Noi siamo favorevoli a che ci siano incentivi per fare le riforme, quindi io affronto questa discussione senza timori, forte della nostre ragioni e forte anche del fatto che l'Italia ha i conti a posto e quindi non abbiamo nulla da temere», ha detto Letta.
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