18 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Presentati stamattina in Senato

Ddl corruzione, Severino pone 3 emendamenti

Una «sanatoria» quasi generalizzata per le carriere parallele dei Magistrati fuori ruolo è la chiave scelta dal ministro della Giustizia per unire la maggioranza sul ddl anticorruzione. Modifiche anche per traffico influenze e mazzette fra privati

ROMA - Una 'sanatoria' quasi generalizzata per le carriere parallele dei magistrati fuori ruolo è la chiave scelta dal ministro della Giustizia Paola Severino per unire la maggioranza sul ddl anticorruzione. Tre gli emendamenti presentati dalla guardasigilli stamattina al Senato: su traffico di influenze, corruzione fra privati e appunto fuori ruolo, un punto quest'ultimo sul quale ci sono state, racconta una fonte parlamentare di centrodestra, «fortissime pressioni soprattutto dal Pd» ma che in realtà «va bene anche al Pdl». Da Pd, Idv e per certi aspetti dal Pdl si sono già levate le prime voci favorevoli al ritiro totale o parziale degli emendamenti (l'Udc aveva deciso preliminarmente di non presentarne, delegando di fatto la mediazione al ministro).

Il termine per i subemendamenti alle proposte del Governo è lunedì 8 alle ore 12. Le commissioni sono pronte anche alla notturna martedì per concludere l'iter e consentire al'aula di esaminare il testo già mercoledì. Martedì il Governo esprimerà i pareri sugli emendamenti ma Severino ha già lasciato intendere, in commissione, di avere un orientamento negativo su tutti gli altri: «Penso - ha spiegato il presidente dela commissione Giustizia Filippo Berselli (Pdl)- che non sarà favorevole agli altri emendamenti».

Restano quindi i limiti denunciati oggi dal dipietrista Luigi Li Gotti, per l'assenza di alcuni efficaci strumenti per la lotta alla corruzione, come nuove norme sul falso in bilancio o l'introduzione del reato di autoriciclaggio, da tempo richiesto dalle istituzioni internazionali. Ma vanno in archivio, salvo sorprese che al Senato sono sempre possibili se resuscita la vecchia maggioranza Pdl-Lega, anche le varie proposte del Pdl ribattezzate 'salva-Ruby' perché destinate a sterilizzare le accuse di concussione rivolte a Silvio Berlusconi nel processo in corso a Milano; e l'emendamento 'anti-Batman' lanciato in pompa magna dal Pdl dopo lo scandalo dei fondi regionali nel Lazio.

Tecnicamente, le tre novità introdotte stamane dal ministro Severino sulla parte penale del ddl anticorruzione non vanno a incidere sulla «piramide» delle sanzioni per i reati contro la pubblica amministrazione che la giurista ha sempre sostenuto di voler difendere. Nel caso del traffico di influenze illecite viene meglio 'tipizzato' il reato, che si compie quando il beneficio indebito di denaro o altro vantaggio patrimoniale viene ottenuto in relazione «al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto» d'ufficio. Nella corruzione fra privati, è stata inserita la procedibilità a querela di parte, come richiesto dal Pdl, ma con una eccezione che consentirà un largo ventaglio di interventi d'ufficio delle Procure, che potranno indagare nel caso in cui «dal fatto derivi una distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni e servizi».

«Siamo sostanzialmente al testo Canera - ha commentato Silvia Della Monica (Pd) - siamo per votarlo il prima possibile». «Il traffico di influenze è stato tipizzato meglio - ha osservato il senatore dipietrista Luigi Li Gotti - mentre sulla concorrenza fra privati è stato inserito quello che chiedevamo, la tutela del mercato e della concorrenza».

Ma la modifica più rilevante è quella sugli incarichi fuori ruolo dei magistrati. Intanto i dieci anni di limite diventano continuativi e non c'è più la tagliola del rientro dopo cinque anni fuori ruolo. Poi il Governo ha introdotto numerose eccezioni che consentiranno la prosecuzione delle cosiddette 'carriere parallele' di molte toghe: tra queste, per gli eletti o gli incaricati agli organi di autogoverno, per gli organi di rilevanza costituzionale come il Quirinale, per gli incarichi elettivi (compresa quindi l'Authority alla quale è stata eletta dal Parlamento la potente Augusta Iannini, ex capo dell'ufficio legislativo del Ministero), gli incarichi internazionali e le rappresentanze diplomatiche. Una scelta che di fatto «distrugge» i limiti ai fuori ruolo, secondo il commento del promotore della norma alla Camera, Roberto Giachetti (Pd).

Quanto all'incandidabilità dei condannati, preso atto delle promesse di una rapida attuazione della delega al Governo rilanciate in questi giorni da Severino e dal suo collega della Pa Filippo Patroni Griffi, Pd e Idv trasformeranno in ordini del giorno i loro emendamenti che chiedono l'entrata in vigore immediata (un mese o due al massimo) della barriera per i condannati.