28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Centrosinistra | Primarie PD

Bill Clinton passeggia per Firenze e non vede Renzi

Alla fine, l'incontro tra Bill Clinton e Matteo Renzi non c'è stato. Secondo la spiegazione fornita questa mattina dal sindaco di Firenze, non se n'è fatto niente «a causa della fuga di notizie»

FIRENZE - Alla fine, l'incontro tra Bill Clinton e Matteo Renzi non c'è stato. Secondo la spiegazione fornita questa mattina dal sindaco di Firenze non se n'è fatto niente «a causa della fuga di notizie».
«Non lo abbiamo incontrato - ha detto Renzi - Era un'ipotesi aperta quando abbiamo saputo che Clinton veniva in Italia. Poi è scoppiato l'ambaradan di Clinton che dà l'endorsement per le primarie, eccetera. E allora quello che doveva essere un incontro riservato è sostanzialmente saltato».

E' caduta comunque la voce insistente per la quale l'ex presidente Usa sarebbe venuto apposta a Firenze per incontrare il suo sindaco. Si è trattata invece di una visita di piacere, che non è passata inosservata: tutt'altro che top secret. Ieri sera, Clinton ha lasciato il suo alloggio al Four Seasons per passeggiare in centro, dalle parti di Ponte Vecchio e cenare da 'Latini'. Si è concesso ai saluti di passanti e turisti, e si è fatto fotografare assieme ad alcuni venditori ambulanti di origine africana. L'incontro col sindaco di Firenze nel frattempo, è svanito nel nulla.

Resta il giallo di un incontro, confermato e smentito per due giorni anche da ambienti 'super partes'. Secondo quanto scrive oggi il 'Corriere fiorentino', che aveva anticipato la notizia dell'incontro, tutto sarebbe colpa dei vertici dei democratici italiani. Per due giorni hanno aperto «il fuoco» e fatto «pressioni sull'entourage clintoniano per far saltare il meeting».

«I due maggiori indiziati delle pressioni sarebbero Massimo D'Alema e Lapo Pistelli - scrive oggi il 'Corriere fiorentino' - l'obiettivo dei dirigenti Dem italiani è chiaro: impedire che i due si vedano. Troppo ghiotta l'occasione di una photo-opportunity da rilanciare mediaticamente».

Ma a smentire questa ipotesi è lo stesso Renzi, che ha negato che siano state pressioni dei dirigenti del Pd: «assolutamente no», ha risposto a chi glielo chiedeva.