18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Fine seduta tormentato al Senato

Pdl «si vendica» facendo mancare il numero legale al Senato

Sull'ultima questione all'ordine del giorno, la ratifica del Protocollo Trasporti delle Alpi, Pdl e Lega hanno ripetutamente fatto mancare il numero legale, causando una serie di sospensioni dei lavori. Seduta conclusa, nuova convocazione a settembre.Rabbia di Rutelli. Quagliariello: La riunione del Pdl non è legata alle parole di Monti

ROMA - Fine seduta tormentato al Senato: sull'ultima questione all'ordine del giorno, la ratifica del Protocollo Trasporti delle Alpi, Pdl e Lega hanno ripetutamente fatto mancare il numero legale, causando una serie di sospensioni dei lavori. Mentre la Lega è apparsa piuttosto interessata al tema, visto che il protocollo limita fortemente la costruzione di nuove autostrade nell'arco alpino, per quanto riguarda il Pdl è verosimile che a causare le assenze dei senatori sia l'effetto delle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Mario Monti.

Appuntamento a settembre - Dopo il terzo tentativo a vuoto di raggiungere il numero legale a palazzo Madama, la vicepresidente di turno, Emma Bonino, ha dovuto concludere la seduta senza che si arrivasse al voto sulla questione. La chiusura anticipata della seduta ha causato la dura reazione di Francesco Rutelli, leader di Api, che ha visto posticipare a settembre la discussione sulla propria mozione sull'ordinamento scolastico che «è stata presentata ad aprile». Per questo, Rutelli ha chiesto che venga almeno espresso il parere del Governo.
«Qui - ha detto il leader di Api - è il gioco la lealtà dei rapporti tra capigruppo». Negativa la risposta di Bonino che, visibilmente contrita, non ha potuto far altro che ricordare che «il Senato non è in numero legale e che la prossima seduta è stata annunciata». Quindi, non si può fare più nulla, se non aspettare la prossima seduta, il 6 settembre. All'odg di quel giorno: interpellanze e interrogazioni. Appuntamento, dunque, al martedì successivo, 11 settembre.

Il Pdl ha partecipato «attivamente» ai lavori del Senato, le polemiche con le parole del premier Monti non c'entrano con la mancanza del numero legale in aula. Lo ha precisato il il gruppo Pdl al Senato.
«Il Popolo della Libertà - ha spiegato in una nota - oggi ha partecipato attivamente ai lavori del Senato, che vedevano all'ordine del giorno alcune importanti questioni come la grave e delicata situazione in Siria. Giunti alla parte dell'odg riguardante le ratifiche delle Convenzioni e degli accordi internazionali, abbiamo partecipato alla votazione di otto di queste intese. Votazioni avvenute anche con il ricorso alla verifica del numero legale sia sugli articoli sia sul voto finale dei vari provvedimenti. Alla nona ratifica abbiamo chiesto che la commissione Trasporti, trattandosi di materia anche di propria competenza, potesse esprimere il suo parere e che quindi la votazione fosse differita ad altra seduta. Di fronte all'indisponibilità di molti gruppi il Pdl ha espresso il proprio convinto e motivato dissenso».
«Una richiesta - ha chiarito ancora il Pdl Senato - giustificata anche dal fatto che si trattava della Convenzione delle Alpi, risalente addirittura ad alcuni decenni fa e con un aggiornamento compiuto oltre dieci anni fa. Pertanto, non riguardava una questione urgente e perciò, come hanno sostenuto in Aula gli esponenti del Pdl, poteva essere discussa in una successiva seduta. Ogni altra interpretazione o strumentalizzazione è assolutamente pretestuosa, benchè la giornata, viste le parole di Monti, avrebbe giustificato anche atteggiamenti critici del Pdl».

Quagliariello: La riunione del Pdl non è legata alle parole di Monti - «La convocazione a Palazzo Grazioli non ha nulla a che fare con quanto detto da Monti». Lo afferma Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl.
«La convocazione a Palazzo Grazioli è una riunione in programma da tempo e non è legata a quanto detto da Monti», ha detto Quagliariello a 'Tgcom24'. «La situazione europea ed italiana sono in una zona così delicata che dichiarazioni così non debbano essere fatte da chi è alla guida del Paese. Nessuno è in grado di dire cosa sarebbe accaduto con il governo precedente. C'è da dire solo che il governo precedente ha fatto un passo indietro per responsabilità nazionale. Inoltre non si dovevano dire queste cose quando l'Istat delinea un quadro peggiore di quello che ha lasciato il vecchio governo. Sarebbe troppo facile parlare di fallimento, ma la crisi ha sta facendo il suo corso. Questi dati possono essere interpretati in tanti modi, ma non saremo noi a interpretarli come un fallimento del governo Monti».