19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Il Governo e la strana maggioranza

Cicchitto: Sostieniamo Monti, D'Alema si rassegni

Il Capogruppo del Pdl alla Camera: non provocheremo crisi, anche se lo spread è come quello di Berlusconi. Alfano: A Monti ho ribadito il sostegno del Pdl fino al 2013. Napoli (Pdl): L'ansia di Bersani destabilizza il Premier

ROMA - Lo spread tornato ai livelli del novembre 2011 dimostra che «il cuore del problema sta in Europa», e non risiedeva nel governo Berlusconi. Ciò nonostante, non è vero quanto afferma Massimo D'Alema e cioè che il solo Pd sostiene il governo Monti, perchè il Pdl «continua ad essere decisivo». E le parole dell'esponente Pd sono «un tentativo di spingere il PdL a provocare la crisi di governo e quindi a togliere le castagne dal fuoco ad un Pd che vuole elezioni anticipate per poter conquistare il potere». Lo afferma il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.

Lo spread è rimasto invariato - «A testimonianza delle forzature verificatesi nel novembre del 2011 - sostiene in una nota - sta il fatto che oggi lo spread fra titoli italiani e tedeschi sta allo stesso livello al quale arrivò quando da parte di molte forze politiche e sociali italiane e internazionali fu chiesto a Berlusconi di fare un passo indietro. Sia nei tre anni del governo Berlusconi, sia adesso durante il governo Monti sono state realizzate manovre economiche assai incisive: i cosiddetti tagli lineari ai tempi del governo Berlusconi-Tremonti, il forte aumento della pressione fiscale e la riforma delle pensioni con il governo Monti. Manovre che hanno finito col produrre anche una forte recessione».

Il cuore del problema resta in Europa - In ogni caso, «malgrado tutte queste manovre, malgrado il governo tecnico, oggi lo spread è allo stesso livello di quello che c'era ai tempi del governo Berlusconi. Ciò vuol dire, fondamentalmente che il cuore del problema sta in Europa, nel funzionamento dell'Euro, nei limiti della Bce, nel fatto che da parte tedesca è stato bloccato il fondo anti-spread, per cui da un lato è ripresa la speculazione, dall'altro i grandi investitori internazionali stanno tagliando i titoli in euro dai loro portafogli. Ciò richiede che da un lato il governo deve dare una forte battaglia politica a livello internazionale e dall'altro che a livello interno vanno messe in campo articolate e incisive misure per l'abbattimento del debito, insieme alla risistemazione di alcuni aspetti del decreto spending review per ciò che riguarda le regioni, le province, i comuni. In questo quadro, quella che va rinviata al mittente è l'autentica provocazione fatta dall'On. D'Alema secondo il quale sarebbe solo il Pd a sostenere il governo. Non si possono cambiare le carte in tavola: il Pdl continua a sostenere il governo risultando decisivo malgrado che una serie di decreti del governo, specie quelli con conseguenze fiscali, provochino un forte dissenso nel blocco sociale del centro-destra e conseguentemente da parte di singoli parlamentari. Riteniamo che questo attacco dell'On. D'Alema costituisce un tentativo di spingere il PdL a provocare la crisi di governo e quindi a togliere le castagne dal fuoco ad un Pd che vuole elezioni anticipate per poter conquistare il potere».

Alfano: A Monti ho ribadito il sostegno del Pdl fino al 2013 - Al presidente Monti «abbiamo ribadito come Pdl il sostegno al governo fino alla sua scadenza naturale». Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa.

Napoli (Pdl): L'ansia di Bersani destabilizza il Premier - «Ho il timore che il segretario del Pd, giocando non sa più nemmeno lui quante partite al tavolo del governo, stia per combinare qualche guaio». Lo ha dichiarato in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli.
«Provo a mettere in fila - ha spiegato - quanto ha detto Bersani stamane: a) ha convenuto con Monti che la situazione è gravissima e tutte le istituzioni devono essere pronte ad agire; b) la legge elettorale è urgentissima a tal punto che Bersani rinuncia a paletta e secchiello se prima non si cambia il porcellum; c) all'Italia manca una maggioranza 'univoca'».
«Ora, è evidente anche a un cieco (quelli veri, non i finti invalidi) che se c'è una possibilità di avere una maggioranza univoca essa - ha concluso Napoli - sta nelle urne. E questo spiega la diserzione della spiaggia minacciata da Bersani. Come poi possa conciliare la corsa alle urne con la gravità della situazione, questo lo sa solo Bersani. Tante partite da giocare tutte insieme sulla pelle del Paese. Bersani rischia la fine dell'apprendista stregone».