29 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Lettere al Presidente del Consiglio

Spending review: Brunetta, limitati i poteri della P.A.

E' quanto scrive l'ex Ministro in una lettera al Premier, Mario Monti. Viespoli incontra Patroni Griffi. De Magistris: Domani resistenza democratica. Legautonomie: è sconnessa a federalismo fiscale

ROMA - «Che nell'attuale contesto di crisi finanziaria sia necessario un profondo ripensamento delle dimensioni della pubblica amministrazione, una revisione delle piante organiche e una riorganizzazione dei servizi e degli uffici per giungere ad un contenimento virtuoso della spesa pubblica, salvaguardando l'efficienza dell'amministrazione, è un elemento acquisito nel dibattito pubblico». È quanto scrive il deputato del Pdl ed ex ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta in una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio, Mario Monti.
«In questo quadro - sottolinea - non mi spiego, allora, una misura, pure contenuta nel citato decreto sulla revisione della spesa pubblica, che va in una direzione decisamente opposta ai chiari obiettivi innanzi indicati». Brunetta si riferisce alla norma che «impone al datore di lavoro pubblico l'avvio di 'un esame congiunto con i sindacati circa le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro' venendo così a limitare i poteri attribuiti dalla legge alla pubblica amministrazione, quale datore di lavoro, nel pubblico interesse. Le sarei grato se potesse chiarirmi l'interesse pubblico a fondamento della norma indicata e se potesse togliermi il dubbio che si tratti dell'adempimento di un debito contratto con le organizzazioni sindacali in occasione dell'accordo del maggio scorso siglato dalle stesse organizzazioni e il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione».

Viespoli incontra Patroni Griffi - Il capogruppo di Coesione Nazionale al Senato, Pasquale Viespoli, ha incontrato nella tarda mattinata di oggi a Palazzo Vidoni il Ministro della Pubblica amministrazione e per la semplificazione, Fillippo Patroni Griffi. Lo ha reso noto il gruppo parlamentare. Al centro del lungo colloquio i provvedimenti del Governo inseriti nella spending review, il riordino delle Province e i servizi territoriali dello Stato.

De Magistris: Domani resistenza democratica - «La manifestazione di domani rappresenta una forma di 'resistenza democratica' da parte dei comuni d'Italia, fortemente preoccupati per le politiche decise dal governo, che rischiano di compromettere i diritti dei cittadini poiché costringono gli enti locali all'impossibilità di garantire l'erogazione dei servizi essenziali. Tradotto in parole semplici quanto drammatiche: la sospensione della Costituzione e della piena democrazia». Lo sottolinea al sito Anci Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, alla vigilia della manifestazione Anci di domani, davanti Palazzo Madama, con la quale i sindaci d'Italia protesteranno contro il provvedimento sulla spending review.

Legautonomie: è sconnessa a federalismo fiscale - L'obiettivo della manifestazione dell'Anci domani davanti al Senato, «deve essere quello di cambiare qualitativamente il decreto» della spending review «nel corso del dibattito parlamentare». Lo spiega il sindaco di Pisa, e presidente di Legautonomie, Marco Filippeschi. «Condividiamo la razionalizzazione, ma interveniamo dove c'è veramente un eccesso di spesa in rapporto alla quantità e alla qualità dei servizi offerti», precisa Filippeschi.
«L'obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica è largamente condivisibile, a maggior ragione per scongiurare un aumento dell'Iva e un impatto depressivo sui consumi, ma questa manovra - continua Filippeschi - sganciata da un vera prospettiva di riforma, porterà conseguenze drammatiche proprio per i livelli essenziali delle prestazioni sociali, mentre la pressione tributaria locale è già ai massimi livelli».
«Occorre connettere la spending review all'attuazione del federalismo fiscale. Invece - accusa Filippeschi - la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard degli enti locali, prevista dalla legge sul federalismo fiscale, è stata disgiunta dalla revisione delle spesa come se fossero due mondi separati».