1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Politiche europee | La crisi dei debiti sovrani

Prodi: Il vertice del 28 e 29 giugno non sará decisivo

L'ex Premier: Ci aspetta ancora un periodo di ondeggiamento, poi la ripresa. I paesi extraeuropei riluttanti ad investire in Europa. Berlusconi? Al momento il finito è lui, non l'Euro. Il quadrangolare di oggi è un... prepartita

ROMA - «Dall'inizio della crisi ho contato 25 o 26 vertici, ma che hanno portato a interventi sempre piccoli e tardivi. La mia previsione e che anche il vertice del 28-29 giugno non sarà decisivo». Lo ha detto l'ex presidente della commissione europea e del Consiglio, Romano Prodi, concludendo a palazzo Giustiniani un convegno dedicato al futuro dell'Unione Europea.
«Io - ha aggiunto il Professore - non vedo ancora il momento della soluzione ma prevedo che ci sia ancora un periodo di ondeggiamento, ma alla fine la razionalità non può che primeggiare. Magari scottandoci le dita, ma arriveremo a maneggiare la ripresa con un po' di saggezza».

Serve il federalismo europeo - Ripercorrendo il suo passato in Europa, Prodi ha raccontato che «la parola federale riferita all'Europa era divenuta già verso la fine della mia presidenza alla Commissione era diventata una parola sporca, impronunciabile. Abbiamo sempre vissuto con la doppia verità, ma oggi è tornato fuori il dibattito sul federare gli stati perchè siamo arrivati vicini al sì o no. Il federalismo europeo, del resto, è una delle due vie d'uscita che abbiamo da questa situazione».

I paesi extraeuropei riluttanti ad investire in Europa - Quel che conta, secondo l'ex premier, è che ci sia un «fronte comune degli industriali e del mondo degli affari europeo», che porti alla nascita di un cluster industriale in Europa, simile a quello che sta nascendo tra i Paesi asiatici. Certo, Prodi ha riconosciuto che la situazione non è delle migliori, soprattutto perchè «i Paesi extraeuropei sono riluttanti a investire in Europa per tutto il caos che abbiamo nel continente». I Cinesi, ad esempio, «hanno traghettato risorse ingentissime da investire in Europa, ma sono frenati da questa situazione: mi dicono 'come si fa a investire in Euro i soldi dei pensionandi cinesi se non dite nemmeno se volete tenerla, questa moneta unica'».

La speculazione mette a rischio la moneta unica - Secondo Prodi anche la politica americana è «terrorizzata dalla crisi europea, ma non il mondo finanziario americano. La speculazione al momento è così grande da mettere a rischio la moneta unica. Questa speculazione, essendo più potente dei singoli stati, costringe molti paesi a fare delle politiche che normalmente non farebbero mai perchè terrorizzati dallo spread. Questo porta alla perdita di sovranità di tutti i Paesi tranne la Cina e gli Usa. Dobbiamo far capire questa situazione: dobbiamo diventare un cane grosso come sono la Cina e gli Usa. Se restiamo tanti gattini non riusciremo a mantenere alcuna sovranità nazionale, quella che invocano i governi degli stati membri».

Berlusconi? Al momento il finito è lui, non l'Euro - Berlusconi dice che l'Euro è finito? «Per adesso, è finito lui...». Parola di Romano Prodi, che in un botta e risposta con i cronisti a margine di un convegno in Senato ha dimostrato di non aver perso la mano agli alterchi della politica italiana, nonostante il lungo periodo di 'inattività'.

Il quadrangolare di oggi è un... prepartita - Il 'quadrangolare' di oggi a Villa Madama tra Italia, Francia, Germania e Spagna è «un prepartita, nel senso letterale del termine».
Per questo, l' ex Presidente della Commissione Ue ha sottolineato che oggi l'incontro si deve svolgere in un clima «sereno», e ha espresso la speranza che, «grazie al numero ristretto di partecipanti, ognuno possa dire a cosa è disposto a rinunciare e cosa vuole».
«La Germania vede il punto d'approdo, ma non è disposta a fare i passi necessari per arrivarci. La Francia non lo vede, ma è disposta a fare tutti i passi necessari... Insomma - ha detto Prodi - è un paradosso da superare».