Alfano: Uso improprio intercettazioni colpisce anche il Quirinale
Il Segretario del PDL: Stop alla campagna mediatica contro il Colle. Severino: Procura generale di Cassazione «rigorosa». Di Pietro: Commissione di inchiesta sulla trattativa. Popolo viola: Napolitano risponda alle nostre domande. Castelli: Indiscrezioni inquietanti
ROMA - «Occorre sospendere immediatamente la campagna mediatica contro la presidenza della Repubblica, in nome di quella rappresentatività alta che la stessa, istituzionalmente, garantisce al Paese». E' quanto ha dichiarato in una nota il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano.
«E' incomprensibile, infatti, come l'uso improprio delle intercettazioni - ha aggiunto - colpisca persino il Colle, prestandosi a usi pericolosamente strumentali che arrivano a sfiorare ogni livello istituzionale oltre il semplice cittadino che ha ben pochi strumenti per difendersi».
Severino: Procura generale di Cassazione «rigorosa» - Nessuna scorrettezza deontologica è stata commessa dalla Procura generale di Cassazione in relazione al caso delle presunte pressioni del Quirinale per un intervento sugli inquirenti che si occupavano del caso dell'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, sospettato di reticenza nell'indagine sulla trattativa Stato-mafia. Se ne è detta convinta la Guardasigilli Paola Severino, rispondendo nell'aula della Camera a una interrogazione del leader dell'Idv Antonio Di Pietro.
Rao (Udc): Indegna campagna contro Napolitano - «E' indegna e inaccettabile la campagna di delegittimazione che da giorni usa ogni mezzo a sua disposizione, dalle prime pagine dei giornali fino alla diretta televisiva dei lavori di Montecitorio, per diffondere gravissime illazioni nei confronti del presidente Napolitano». E' quanto afferma in una nota Roberto Rao, deputato dell'Udc e capogruppo centrista in commissione Giustizia alla Camera.
Napoli e Granata (Fli): Su trattativa subito seduta commissione antimafia - «La Commissione parlamentare Antimafia, che ha portato avanti in questi anni un importante lavoro di indagine sulle stragi del '92, con un notevole contributo alle stesse, non può sottrarsi dall'intervenire sui nuovi e inquietanti risvolti relativi alla trattativa Stato/Mafia e deve farlo immediatamente e senza alcun timore reverenziale verso figure istituzionale coinvolte: lo dobbiamo a Paolo Borsellino e agli altri martiri nel ventennale delle stragi e agli italiani che chiedono verità e giustizia». Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di Fli e componenti della commissione Antimafia Fabio Granata e Angela Napoli.
Di Pietro: Commissione di inchiesta sulla trattativa - Italia dei Valori chiede una commissione parlamentare d'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia. Lo ha annunciato il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, replicando nel question time alla Camera alle parole del ministro della Giustizia Paola Severino, che ha difeso «l'assoluto rigore» della Procura generale presso la Cassazione nel caso delle telefonate dell'ex ministro Nicola Mancino e del presunto intervento del Quirinale sulla Suprema Corte.
Popolo viola: Napolitano risponda alle nostre domande - Sul blog del Popolo Viola Gianfranco Mascia chiede al Presidente della Repubblica di rispondere a tre domande sulla vicenda Stato-mafia.
Li Gotti (Idv): Portavoce Quirinale ripassi i codici - «Il portavoce del Quirinale, Pasquale Cascella, alza il ditino nel tentativo si spiegare giuridicamente la ortodossia della iniziativa del Capo dello Stato nella ormai arcinota vicenda Mancino. Con il ditino alzato accusa Di Pietro e me di non conoscere le leggi. Chiarisco: proprio perché conosciamo le leggi da lui citate, possiamo dire che non c'entrano un bel nulla con una iniziativa finalizzata al tentativo di evitare il confronto tra Mancino e Martelli, che tanto dava ansia a Mancino». Lo ha detto il responsabile Giustizia dell'Italia dei Valori, Lugi Li Gotti.
Castelli: Indiscrezioni inquietanti, Severino venga in aula - «Dalla stampa di questi giorni, sta emergendo in tutta la sua gravità non solo che ci fu una trattativa tra Stato e mafia sul 41 bis, ma che gli stessi attori di ieri oggi sono attori di una azione estremamente inquietante, ovvero il tentativo da parte di ambienti del Quirinale di intervenire sulle indagini in corso, per fini che non sono ancora chiari». Lo dichiara in una nota il senatore della Lega Nord Roberto Castelli, già ministro della Giustizia dal 2001 al 2006.
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