Partiti, sprint della Camera su legge finanziamento
Rimborsi elettorali dimezzati da subito; controllo dei bilanci non in mano alla Corte dei Conti ma a una Commissione ad hoc composta da cinque magistrati; vincolo di almeno un eletto per ottenere contributi pubblici e detrazioni fiscali. Radicali già annunciano referendum
ROMA - Rimborsi elettorali dimezzati da subito, a partire cioè dall'ultima tranche che i partiti dovrebbero ricevere a luglio prossimo; controllo dei bilanci non in mano alla Corte dei Conti ma a una Commissione ad hoc composta da cinque magistrati; vincolo di almeno un eletto per ottenere contributi pubblici e detrazioni fiscali. Sono le novità introdotte dalla legge sul finanziamento pubblico ai partiti esaminata oggi nel giro di poche ore dalla commissione Affari Costituzionali alla Camera e che lunedì prossimo 14 maggio approderà in Aula alla Camera.
Sull'entità dei rimborsi elettorali passa dunque la linea del PD e del suo segretario Pier Luigi Bersani che avevano proposto il taglio, da subito, del 50%: una linea che, all'indomani dei risultati poco incoraggianti delle elezioni amministrative, ha convinto anche Udc e Pdl portando i relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Giuseppe Calderisi (Pdl) a modificare il loro testo base che in origine prevedeva solo il taglio del 33% dell'ultima tranche. Bocciati invece gli emendamenti di Idv e Lega che invece chiedevano la soppressione tout court dei rimborsi elettorali a partire da luglio.
Nessun passo indietro invece sulla norma che riduce la platea degli aventi diritto al rimborso elettorale prevedendo che spetti soltanto ai partiti che abbiano almeno un eletto alla Camera o al Senato o al Parlamento europeo o in Consiglio regionale. Oggi invece basta ottenere l'1% dei voti. Non solo. Chi decide di fare una donazione compresa tra i 50 e i 10mila euro avrà una detrazione fiscale del 38% soltanto se i soldi vengono erogati in favore di partiti con almeno un eletto. «E' una distorsione dell'articolo 49 della Costituzione», ha detto Giachetti. «Stiamo praticamente mettendo il vincolo dell'eletto per l'esistenza sostanziale di un movimento o partito». Secondo Turco con tale vincolo si «crea un auto-accerchiamento: chi è dentro cerca di mantenere la propria posizione». I due hanno presentato diversi emendamenti per sopprimere il vincolo dell'eletto e il presidente della Commissione, Donato Bruno (Pdl), ha invitato i relatori a una riflessione accantonando le proposte di modifica per l'Aula: «Le osservazioni fatte inducono a un'ulteriore osservazione, io farei una riflessione».
Salta invece l'obbligo di investire in Bot la liquidità derivante dai contributi pubblici. Un emendamento dei relatori, approvato, cancella la norma prevista in origine nel testo base. Via libera invece alla Commissione ad hoc per controllare i bilanci che i partiti sono obbligati anche a sottoporre a società di revisione esterne: i membri della Commissione sono cinque, di cui uno designato dal Primo presidente della Corte di Cassazione, uno designato dal presidente del Consiglio di Stato e tre designati dal presidente della Corte dei Conti. Il loro mandato è di 4 anni ed è rinnovabile una sola volta. Il radicale Turco ha annunciato già una raccolta firme per l'abrogazione, in caso di approvazione definitiva, di un testo cui lui ha chiesto con un emendamento (poi bocciato) di «chiamare con il proprio nome, senza ipocrisie. Ovvero legge per il finanziamento pubblico ai partiti» e non come ora parlare di «norme in materia di riduzione dei contributi pubblici».
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