Bonino: «I Radicali potrebbero proporre un referendum sul finanziamento ai partiti»
Il ddl sul finanziamento pubblico ai partiti licenziato ieri dal Consiglio dei ministri rappresenta «sicuramente una riduzione drastica» dei costi della politica ma è una «mediazione compromissoria» e potrebbe peggiorare in Parlamento
ROMA - Il ddl sul finanziamento pubblico ai partiti licenziato ieri dal Consiglio dei ministri rappresenta «sicuramente una riduzione drastica» dei costi della politica ma è una «mediazione compromissoria» e potrebbe peggiorare in Parlamento. Per questo i radicali potrebbero promuovere «una nuova campagna referendaria di abrogazione della legge». Parola di Emma Bonino, ministro degli Esteri, in un passaggio di un'intervista a 'Radio radicale'.
PUNTI IRRISOLTI - «Dal punto di vista quantitativo, è sicuramente una riduzione drastica, e questo credo vada detto», ha detto Bonino. «Dall'altra parte nel ddl, alla fine di un dibattito piuttosto acceso nel quale le contrapposizioni erano piuttosto evidenti, sono rimasti dei punti» irrisolti, tanto che il testo è stato approvato «salvo intese» e ora il premier Enrico Letta dovrà perfezionarlo. La leader radicale ha citato in particolare tre punti sui quali c'è stata discussione: il due per mille (per i radicali la quota non espressa deve rimanere all'erario e non - «come l'impostazione attuale dell'otto per mille» - essere redistribuita ai partiti), la lista dei servizi alla politica (è «un po' patetico» parlare solo delle sedi) e il tetto delle donazioni. «E' una situazione che però io temo che venga ancora peggiorata in Parlamento», ha detto Bonino, sottolineando che «Pd e Pdl hanno sia sul tetto delle donazioni sia sul finanziamento vero e proprio un'impostazione diversa dalla mia, non so chi in Parlamento sosterrà posizione mia». Per questo, «credo che radicali e altri ci si lanci in una nuova campagna referendaria di abrogazione della legge».
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