27 agosto 2025
Aggiornato 19:30
Cicchitto e Gasparri attaccano il Governo

Pdl: Senza la crescita Monti a casa

La replica di Casini: «Berlusconi a caccia di un rilancio». Franceschini: «Le elezioni a ottobre? Un esercizio ad uso dei giornali». Di Pietro: «Difendo l'uomo qualunque e Napolitano fa il Ponzio Pilato»

ROMA - «Da parte del governo non basta la ripetizione di frasi e di affermazioni scontate, né possiamo più ascoltare le parole generiche di alcuni ministri che non hanno mosso un dito in materia di sviluppo». Lo ha detto il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

GASPARRI: BASTA APPIATTIRSI SULLA MERKEL - «Il quadro è in movimento, anche a causa delle elezioni che ci sono state alcuni mesi fa in Spagna ed ora in Francia. Appiattirsi sulle scelte fatte dalla Merkel potrebbe rivelarsi un errore. Quindi il nostro voto favorevole non vuole dire accettazione a scatola chiusa di una serie di proposte scritte francamente, oggi più che mai, sulla sabbia», ha precisato Gasparri.

CRESCONO I DUBBI SULLE POLITICHE EUROPEE - «Il voto in Parlamento di oggi sul Documento di Economia e Finanza e sui programmi economici del governo – ha aggiunto Gasparri - non risolve la situazione. Ovviamente il nostro spirito collaborativo si manifesterà anche nelle sedute odierne del Parlamento, ma crescono i dubbi sulla validità delle politiche che l'Europa sta seguendo».

PRESSIONE FISCALE A LIMITI INSOPPORTABILI - «Perfino il presidente della Banca Centrale Europea Draghi ha proposto un patto per la crescita, ritenendo recessive le politiche di eccessivo rigore fiscale che l'Europa ed anche l'Italia stanno seguendo. Servono ben altre idee - ha aggiunto Gasparri. Occorre un'urgente riflessione sulla crescita, sull'occupazione, sullo sviluppo. Adottando misure innovative». «Evitando che una pressione fiscale, che ha raggiunto livelli intollerabili soprattutto massacrando la casa, uccida in maniera irreversibile l'economia italiana - ha concluso.

SE MONTI CI PORTA ALLA RECESSIONE NON LO SOSTENIAMO - «La durata del governo Monti dipende dalla sua capacità o meno di prendere iniziativa reale e non nominale sul terreno della crescita, nella quale anche i partiti che lo sostengono non possono non richiedere un ruolo a pena di non suicidarsi». Lo sostiene Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. «Sul terreno del rigore il governo Monti ha portato a compimento la sua missione fino alle estreme conseguenze - avverte Cicchitto -: se vuol durare fino al 2013 senza fare l'errore di ritenere che la sua missione consisterebbe nel tramutare un necessario rigore in una sorta di rigor mortis per la società italiana, allora esso deve dimostrare di essere capace di muoversi su tre punti ben precisi: l'abbattimento del debito, la conseguente riduzione della pressione fiscale,una politica verso l'Europa non più subalterna alla signora Merkel.

DAI TECNICI VOGLIAMO AZIONE CONCRETE, NON APPELLI MEDIATICI - In sostanza, oggi la vocazione europeistica del governo Monti deve essere quella di battersi per un diverso ruolo della Bce di dar vita agli eurobond anche perchè le elezioni francesi, quale che sia il loro risultato finale, hanno segnato la fine di tutta una fase. Infatti, non si può essere insieme così arroganti e anche ciechi da pretendere che i partiti sostengano un governo solo sul terreno di un rigore che porta alla recessione - conclude l'esponente del Pdl -, mentre invece il loro ruolo non può non essere quello di combinare insieme rigore e crescita. A sua volta, un governo tecnico giustifica la sua funzione non sul terreno di manovre politiche, o di meri appelli mediatici, ma su quello di una concreta azione programmatica».

FRANCESCHINI: CON MONTI FINO AL 2013 - Con Monti fino al 2013? «Sicuro». Il capogruppo alla Camera del Pd Dario Franceschini non ha dubbi e in una intervista al Messaggero spiega che «le elezioni ad ottobre sono un esercizio mediatico e basta».

CASINI: BERLUSCONI MINACCIA PER RILANCIARSI - L'ipotesi di elezioni ad ottobre lanciata dall'ex premier Silvio Berlusconi «è una giusta ricerca di protagonismo, visto che il Pdl era un po' afono». Lo ha detto, in una intervista al Quotidiano nazionale, il leader Udc Pier Ferdinando Casini. «Per quanto mi riguarda - ha aggiunto Casini - sono molto contento di sostenere questo governo insieme a loro.
Berlusconi ha una grande capacità di porre i problemi dimenticando. Fa l'appello all'unità dei moderati dopo che i moderati sono stati divisi da lui, e dopo aver fatto una politica in nome dei moderati tutto meno che moderata».

CON FINI PUNTIAMO IN ALTO - Per quanto riguarda, poi, il partito della Nazione Casini ha ribadito che «Fini è totalmente d'accordo con me nel dire che non serve presidiare un territorio del 5 o 6 per cento ma bisogna realizzare un'impresa più ampia».

NON STO PROGRAMMANDO IL QUIRINALE - «La storia della repubblica italiana è costellata da patti per il Quirinale fatti da gente che si chiamava Moro, Fanfani, Andreotti, che poi al Quirinale non ci è mai andata - osserva -. Spero che mi si riconosca l'intelligenza per capire che alla presidenza della repubblica si può essere chiamati, ma non è saggio programmare di poterci andare. In ogni caso la cosa mi diverte solo, non la prendo sul serio».

DI PIETRO. NAPOLITANO COME PONZIO PILATO - «Io difendo l'uomo qualunque, cioè il cittadino normale» e «le parole del presidente Napolitano sono contro di lui: contro le persone disperate e che protestano. Le parole di Napolitano sono un attacco a questa gente. Avrebbe dovuto parlare prima, non fare come Ponzio Pilato Il capo dello Stato ha indicato il dito, come al solito. Non la luna. ». Il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, è tornato a mettere nel mirino il Quirinale, per la difesa del sistema dei partiti nel discorso di celebrazione del 25 Aprile. A suo giudizio, infatti, «c'è una differenza enorme» fra la protesta popolare del 1992 contro la Tangentopoli dei partiti e quella di oggi. «Allora - ha ammonito- tra una monetina e l'altra, la gente sperò nel cambiamento. Adesso c'è solo disperazione contro questa classe politica che è al capolinea e andrebbe cacciata a calci nel sedere». E dunque «ci manca davvero poco perché la rivolta sociale diventi violenta».

PURTROPPO VOTEREMO SOLO NEL 2013 - «Purtroppo, e ripeto tre volte purtroppo, ormai si voterà nel 2013. E al posto del Porcellum ci sarà una legge elettorale che consentirà ai partiti di tenersi le mani libere prima delle elezioni. Questo è il tavolo che ci stanno apparecchiando. Una nuova forma di prostituzione politica, eppure Napolitano se la prende con l'anti-politica», ha concluso Di Pietro.