Partiti: Bersani, Democrazia a rischio senza controlli
Il Segretario del PD: Il sostegno pubblico serve per evitare che governi il più forte. Riforma finanziamento in legge su articolo 49 Costituzione. Non siamo santi ma il PD ha già preso misure. Non accetto che si butti fango su tutto
ROMA - «Immediate misure per un controllo serio e, insieme, l'immediata partenza di una discussione su come ristrutturare tutta la faccenda»: è la posizione che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ribadisce sulla questione del finanziamento pubblico ai partiti. «Ci sono stati fatti sconvolgenti per l'opinione pubblica e per dirigenti di partito come il nostro abituati a dare al partito e non a prendere - spiega Bersani -, ma mettere tutto nel mucchio ci fa arrivare ad un punto di non ritorno: la democrazia è sempre vissuta con il sostegno pubblico per evitare che il più ricco o il più forte facesse il burattianio o governasse. Questo se si ha in testa la democrazia, altrimenti...».
«Noi siamo disponibilissimi e intenzionati a rivedere il tema del finanziamento pubblico ai partiti e siamo pronti a ridiscuterne - aggiunge Bersani al termine della presentazione dei candidati democratici alle amministrative di maggio -, ma non ho intenzione di accettare che in attesa di questa discussione qualcuno si ristrutturi la casa con i soldi del partito. Le misure per il controllo devono essere immediate. Il nostro paese o diventa una democrazia occidentale normale o di eccezionalismo in eccezionalismo va al disastro».
Riforma finanziamento in legge su articolo 49 Costituzione - Le norme che Pd-Pdl-Terzo polo si apprestano a presentare oggi riguardano il sistema di «controlli e trasparenza» sui bilanci dei partiti, mentre una complessiva riforma del finanziamento pubblico alle forze politiche verrà inserita nella legge che dovrà dare piena applicazione all'articolo 49 della Costituzione. Lo ha spiegato ai cronisti il segretario Pd Pier Luigi Bersani: «A scadenza, dentro il percorso dell'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione, ci sarà una riformulazione del finanziamento pubblico ai partiti».
Non siamo santi ma il PD ha già preso misure - «Non dicano a noi che ci svegliamo ora: i conti del Pd sono certificati da una società esterna e abbiamo inventato le primarie e i codici etici. Non pensiamo di essere un partito di santi ma abbiamo il dovere di dare delle regole, di dare una svolta».
«Fatti sconvolgenti» li definisce Bersani che però invita a non generalizzare. Servono regole, altrimenti, «basta che uno faccia quello che fa che arriva una valanga di discredito sul concetto basico di democrazia».
Non accetto che si butti fango su tutto - I finanziamenti alla politica vanno riformati, alcune cose sono state già fatte, altre richiederanno del tempo e nell'immediato si possono rafforzare i controlli, quello che non si può accettare è che «si butti fango su tutto». Il segretario Pd Pier Luigi Bersani, conversando con i giornalisti alla Camera, ha commentato così il dibattito sui rimborsi elettorali e il lavoro che Pd, Pdl e Terzo polo stanno facendo. Innanzitutto, ha chiesto, «non chiamatela riformina... Non accetto che si butti fango su tutto, mica tutti i partiti ristrutturano le case con i soldi pubblici!».
«Per fare le cose per bene - ha precisato - bisogna riflettere, bisogna ragionare. Ma da subito si possono aumentare i controlli su come vengono gestiti i soldi». Il Pd, ha aggiunto, è pronto ad usare «qualsiasi strumento», anche il decreto, pur di intervenire rapidamente per rafforzare i controlli. Quanto all'entità dei finanziamenti, ha spiegato, «vorrei si sapesse che negli ultimi due anni sono stati già dimezzati. Si vuol fare di più? Discutiamo di tutto, purché sia chiaro che l'attività politica è stata finanziata fin dai tempi di Clistene... Altrimenti si dica che diamo il bastone del comando al più ricco della città!».
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