18 giugno 2025
Aggiornato 10:30
La crisi del debito sovrano

Palazzo Chigi: Monitoriamo lo spread, ma niente allarmismi

Cause esogene, e non a un giudizio dei mercati sulla situazione dell'Italia: no a misure d'emergenza. Bersani: Monti ha evitato la Grecia ma i tagli e le tasse pesano

ROMA - Sicuramente massima attenzione alla risalita dello spread, ma senza allarmismi. Anche perchè le cause dell'innalzamento del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi, oggi tornato sopra i 400 punti base, è dovuto a cause esogene e non a un giudizio dei mercati sulla situazione dell'Italia. E' la lettura che da palazzo Chigi danno alla giornata di tempesta sui mercati finanziari. Quindi escludendo misure d'emergenza.
Fonti di governo spiegano infatti che la risalita dello spread non dipende dall'Italia, ma da fattori esterni, come testimonia anche il crollo di tutte le piazze finanziarie europee. E in un momento di turbolenza, ci sta che gli investitori si rifugino nei bund. Insomma, per palazzo Chigi non c'è un'emergenza: fluttuazioni anche importanti dello spread erano messe in conto e un solo giorno di spread elevato non può determinare correzioni di rotta rispetto alla politica impostata: «Va tenuto sotto controllo, ma è prematuro parlare di misure emergenziali».

Bersani: Monti ha evitato la Grecia ma i tagli e le tasse pesano - Il Governo Monti ha evitato all'Italia di finire come la Grecia, ma le misure adottate comunque «pesano» sull'economia. Lo ha scritto il segretario Pd Pier Luigi Bersani in una lettera inviata agli elettori in vista delle prossime amministrative: «A un solo passo dal precipizio, si è insediato il Governo Monti. A questa novità noi abbiamo dato il nostro sostegno, mettendo l'Italia prima di tutto e davanti ai nostri stessi interessi di partito. Abbiamo così evitato di cadere nelle drammatiche condizioni della Grecia».
«Tuttavia - ha aggiunto - i problemi di una disastrosa eredità rimangono. I tagli, l'incremento della tassazione, le difficili riforme pesano e peseranno molto sul Paese, rischiando di aggravare una recessione che è già pesante, con effetti gravi sui posti di lavoro e sulle prospettive della nostra impresa».