26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Il decreto liberalizzazioni in Parlametno

Di Pietro: Monti liberalizza i fichi secchi

Duro il leader dell'IDV: Non fa nulla su tv, banche, energia, assicurazioni e trasporti. Rutelli (ApI): Non c'è svolta per le resistenze di Pd e Pdl. Finocchiaro: Giudizio Pd su dl è positivo

ROMA - Secondo il leader dell'Idv Antonio Di Pietro «Monti ed il suo Governo liberalizzano i fichi secchi». Parlando in sala stampa alla Camera, Di Pietro ha osservato che «ancora una volta illudono gli italiani con provvedimenti di facciata ma in verità da quattro soldi che nulla hanno a che fare con le liberalizzazioni: quella delle reti tv, del sistema bancario, energetico, assicurativo e dei trasporti».
«Invece delle liberalizzazioni vere - ha concluso Di Pietro - abbiamo quattro taxi e tre farmacie in più. La verità è che sta tornando il Governo della propaganda: in modo sobrio ma micidiale».

Rutelli: Non c'è svolta per le resistenze di Pd e Pdl - «Mi piace questo Monti qui. Mi piace meno il Governo Monti che per le influenze negative di Pdl e Pd non ci fa cogliere l'occasione del decreto liberalizzazioni per imporre un cambiamento profondo; per l'apertura dei mercati e delle opportunità e per la tutela dei cittadini-consumatori-utenti di servizi pubblici». Lo scrive il leader di Api Francesco Rutelli sulla sua pagina Facebook, dove ha ripubblicato un dialogo con Mario Monti del novembre 2006 sul Corriere della sera, in cui l'attuale premier definiva «decisive per il Paese» le liberalizzazioni proposte da Rutelli (allora vicepremier) «per sconfiggere un'arcaica conservazione capitalista».
«Abbiamo ottenuto miglioramenti nella legge che voterà il Senato. Abbiamo tenuto rispetto al rischio di un tracollo sotto la pressione delle corporazioni. E' un passo avanti, ma non è una svolta», conclude il presidente del gruppo del Terzo Polo al Senato.

Finocchiaro: Giudizio Pd su dl è positivo - «Il nostro giudizio sul decreto liberalizzazioni è ampiamente positivo. Secondo me è anche finalmente una bella prova di una classe dirigente che è stata capace di resistere a una serie di pressioni, perché un intervento così ampio sulle attività produttive del Paese non si era mai visto. E quando parlo di classi dirigenti non mi riferisco solo al Pd, che è più abituato e pronto al tema avendo cominciato il processo di liberalizzazione con i governi di centrosinistra, ma anche al Pdl che pure scontava molte difficoltà in più anche ai fini del consenso interno». Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, commentando con i cronisti i lavori parlamentari sul dl liberalizzazioni.
«La commissione Industria - ha proseguito - ha approfondito il testo con grande attenzione e lo ha anche migliorato. Certo, non è il nostro testo, su alcuni punti avremmo voluto essere più incisivi. Ma mi auguro che la strada sia aperta e che questo provvedimento segni un punto di non ritorno: spero che l'Italia non receda dal percorso intrapreso di modernizzazione del Paese, di apertura dell'accesso alle opportunità economiche a una platea più vasta di soggetti, di tutela dei consumatori, di messa in moto di meccanismi che facciano crescere e sviluppare l'Italia e la rendano più competitiva nel settore internazionale».