19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La crisi del debito sovrano

Monti: Le agenzie di rating a volte sbagliano, lavoro difficile

Il Presidente del Consiglio: Ma è troppo facile per chi è declassato dire «hanno torto». E' possibile che l'Iva non aumenti. Non abbiamo salvato i banchieri ma i depositanti. Time? L'Italia non è più vista come focolaio della crisi

ROMA - Le agenzie di rating «a volte sbagliano», ma va detto che «fanno un lavoro difficile». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti a Rapporto Carelli su Sky. «A volte hanno sbagliato, non hanno visto quasi niente della grande crisi finanziaria 2007-2008, fanno un lavoro difficile. Ma quando declassano è troppo facile per chi viene declassato dire hanno torto».
«In genere - ha aggiunto - sono gli Stati che hanno dato peso alle agenzie di rating, eleggendole quasi a vangelo. Vanno prese cum grano salis».

E' possibile che l'Iva non aumenti - «E' possibile» che l'Iva non aumenti, «le clausole di salvaguardia erano dei buchi di vasta portata nei quali si poteva cadere e una parte della durezza del Salva-Italia era volta a risolvere in anticipo quei problemi».

Non abbiamo salvato i banchieri ma i depositanti - «È vero, sono stati usati ingenti fondi pubblici per salvare le banche, per la verità in Italia meno che altrove» ma da parte nostra «si è cercato di salvare non i banchieri ma i depositanti delle banche» e poi «le banche esercitano una funzione utile all'economia».

Time? L'Italia non è più vista come focolaio della crisi - La copertina di Time è una delle prove che l'Italia non è più vista come «un focolaio di crisi», anche se bisogna dire che i giornali spesso «esagerano». «C'è un po' di esagerazione, - ha risposto inizialmente - i giornali hanno una certa tendenza a esagerare, verso l'alto o verso il basso, poi le mode passano». E' vero che «l'Europa non ha bisogno di essere salvata, ma l'eurozona attraversa momento di grande difficoltà. Io vedo progressi e sono contento che l'Italia sia vista sempre più come componente attiva per trovare soluzioni e non come focolaio di crisi».

Dopo di noi la politica sarà normale, lo dico all'estero - «So che c'è preoccupazione, me l'hanno detto in America, pur esprimendo apprezzamento per quello che sta facendo il governo, si chiedono cosa succederà dopo...».
«Io cerco di spiegare - ha continuato - che noi cerchiamo di togliere l'Italia da questa emergenza e mi sembra che ci stiamo riuscendo e mi sembra che il paese risponda in modo così maturo che quando tornerà la politica normale, sarà stemperata dagli eccessi di litigio» e dalla tendenza «distruttiva» che l'ha caratterizzata in questi anni. Sarà una politica, è sicuro il premier, che «parlerà dei problemi concreti del paese. Inviterei - ha concluso - a guardare al di là degli angusti confini di questo governo ed essere fiduciosi».